Il calcio non vuole pensieri, parafrasando un vecchio detto volgare. E per il calcio, neanche lo Stato vuole pensieri. Per combattere la violenza negli stadi, lo Stato vieta.
Non sa fare altro. Non è in grado di garantire la sicurezza negli stadi. Scosso da episodi drammatici, dentro e, più ancora, fuori degli impianti sportivi, lo Stato desertifica gli stadi. Si è calcolato che per le cosiddette misure di sicurezza, con l’accesso sempre più complicato alle partite di calcio, sei milioni di spettatori si sono allontanati dagli stadi di serie A.
Dopo l’assassinio del tifoso napoletano Ciro Esposito a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, 3 maggio 2014, mentre all’Olimpico lo Stato si arrendeva demandando al capitano del Napoli Marek Hamsik il compito di «parlamentare» col capo-tifoso azzurro Gennaro De Tommaso perché si potesse dare inizio alla partita, il governo Renzi varò un decreto-legge che, tra l’altro, prevedeva il divieto delle trasferte a una intera tifoseria per due anni.
Fonte: Il Mattino