Veterano a soli venti anni. E’ il caso di Mohamed Sy Soumaré, per tutti Momo Sy come recita il nome cucito sulla maglietta biancoverde. Da tre stagioni all’Avellino tra alterne fortune. Titolare con Rastelli, ai margini della prima squadra con Tesser fino all’effettiva consacrazione sotto la guida di Toscano. Nato in Guinea ma naturalizzato belga, la vita di Soumaré sembra correre a una velocità doppia rispetto a quelle
degli altri. A sei anni lascia Conakry e si trasferisce a Bruxelles, ancora minorenne approda in Irpinia. E’ il più piccolo di cinque figli, avrebbe voluto avere un gemello con il quale tirare calci a un pallone ma ha dovuto accontentarsi di quattro sorelle. Soumaré gioca, perciò, con gli amici di scuola. E gioca anche bene, tanto da attirare le attenzioni dell’Anderlecht che, a otto anni, lo inserisce in un folto gruppo di ragazzini per effettuare un provino con la prospettiva di entrare a fare parte delle giovanili biancomalva, tra le “cantere” migliori del calcio europeo. E’ ancora bambino ma fa un figurone senza neppure sforzarsi granché, si vede che ha talento. Il “sì” è immedi
LA SCELTA. Addio ai sogni dei genitori, si dischiudono quelli di Soumaré che ha modo di crescere e maturare nel club più importante del Belgio. Gioca in attacco e segna anche abbastanza. Un gol al Barcellona, in Youth League, cinque reti in sette gare nelle due edizioni del Torneo di Viareggio, tappa obbligata per le formazioni giovanili e gli operatori di mercato di tutto il mondo. Quelli dell’Avellino restano ammaliati dalla qualità del classe ‘96, tanto da intavolare e chiudere la trattativa con l’Anderlecht per portarlo alla corte di Rastelli, all’epoca alla guida dell’Avellino. L’incontro con l’attuale tecnico del Cagliari si rivela fondamentale. Soumaré, che ha sempre giocato in attacco, viene trasformato in trequartista. Disputa diciannove partite nella sua stagione da esordiente in serie B, poi l’infortunio subito a Varese ne pregiudica un finale in crescendo. A fine stagione Rastelli saluta l’Irpinia, arriva Tesser e la storia cambia. Il calciatore fa la spola tra la panchina e la tribuna, scende in campo soltanto in tre occasioni e a gennaio viene ceduto al Melfi, in Lega Pro dove la vetrina calcistica, però, è diversa rispetto a quella dei cadetti. L’esperienza in gialloverde è positiva, nonostante la retrocessione della compagine lucana. Soumaré segna anche il primo gol da professionisti, matura dal punto di vista atletico e professionale e a giugno ritorna in Irpinia. Toscano gli dà fiducia, blocca una nuova cessione in prestito, e lo lancia nella mischia da interno di centrocampo. E’ l’alba di una nuova vita per Soumaré, veterano a soli venti anni.
Corriere dello Sport