Il Corriere dello Sport ha intervistato il commissario tecnico della Nazionale italiana, Gianpiero Ventura. L’ex allenatore del Torino, oltre che della Nazionale, ha detto qualcosa su Lorenzo Insigne e sul campionato facendo riferimento anche al Napoli. Ilnapolionline.com riporta alcune dichiarazioni di Ventura pubblicate sul quotidiano sportivo.
Ventura, partiamo da questi suoi primi 70 giorni da ct, così diversi da ciò che ha fatto in precedenza. «Completamente diverso! Soprattutto per il poco tempo a disposizione…Ma tutto resta stimolante, visto che è un momento particolare per l’Italia; siamo alla vigilia di un ricambio generazionale; c’è molto lavoro da fare, c’è la voglia e la possibilità di realizzare qualcosa proiettato nel futuro. A un
Casi alla Pellè non servono: a mente fredda come si spiega un simile atteggiamento? «Difficile dare una motivazione, lui era partito titolare anche contro la Francia e contro Israele, giocando 90’. Non c’erano i presupposti per quello che è successo. Che ha sconcertato e sorpreso me e anche i giocatori. La loro frase chiave per me è stata “Ci abbiamo messo tanto tempo per costruire questo gruppo e questo gruppo va tutelato” (parole di De Rossi, ndr). Da qui la scelta di mandarlo a casa. Se tornerà in Nazionale? Credo che in questo momento gli faccia bene un periodo di riflessione su cosa significhi vestire la maglia azzurra e far parte di questo gruppo, il tempo dirà quello che sarà».
Servirà altro tempo anche a Balotelli? «Il problema-Balotelli è che lui è più famoso per quello che fatto fuori dal campo che in campo. Sul piano generale lui si deve adattare ad un gruppo. Secondo concetto: tutti si chiedono se sia cambiato o meno, significa che prima c’era qualcosa che non andava. Così la domanda deve farsela lui, mettendosi in discussione e dandosi delle risposte. Se avrà questa umiltà non troverà porte chiuse. Di certo lo conoscerò, anche per correttezza. A me piace chiarire le cose direttamente: per questo ho chiamato Zaza e Insigne,
Dica la verità: per i Mondiali dobbiamo rassegnarci agli spareggi? «Assolutamente no. Vi confesso: l’ho chiesto ai giocatori, e loro hanno detto: “ce la giochiamo”. Si tratterà di vincere in Spagna. Noi ora giochiamo contro il Liechtenstein, che loro hanno battuto 8-0, un risultato fasullo per come è maturato dopo un’ora; noi cercheremo di vincere nel migliore dei modi».
La Juve invece ha tutto per trionfare ancora una volta? «Io dico che vincerà ma non così “drammaticamente” per le altre. La Juve, come posso dire, non ruba l’occhio, ma ha qualità assoluta, a partire da Dybala che riesce sempre a ribaltare ogni situazione. Ha fatto fatica con Palermo e Udinese però è lassù. Non so se questo potrà bastarle in Europa per arrivare in fondo alla Champions. Comunque non sarà una passeggiata, anche in Italia. La rosa più attrezzata per competere ce l’ha l’Inter, che sta pagando una situazione complicata. Poi vedo più la Roma del Napoli; perché in certi ambienti il primo anno c’è l’entusiasmo delle cose nuove, ma il secondo devi dimostrare e nascono i problemi. La Roma poi è una buona squadra e ha un allenatore che se resta sereno può trasmettere tanto».
La Redazione