L’approfondimento – di R. Muni: “Improvvisamente fragile”

All’indomani della sconfitta casalinga con la Roma, l’auspicio era quello di chiudere questa sorta di cerchio maledetto, una spirale negativa cominciata dopo il successo in Champions ottenuto con il Benfica. Da Champions a Champions, dal Benfica al Besiktas per tornare a vincere ed archiviare in fretta il trittico di partite che ha portato un solo punticino e fatto scivolare gli azzurri al quarto posto. Invece amara è stata la serata europea che ha visto il Napoli soccombere anche contro la squadra turca, complice una serie di errori che si sono rivelati letali. Reina non è esente da colpe sui gol incassati e subisce, evidentemente, gli effetti del periodo negativo. Le ire del San Paolo, però, sono tutte rivolte ad Insigne che corona l’ennesima prova incolore sbagliando il penalty del possibile 2 a 2. La teoria di nemo propheta in patria sembra non risparmiare nemmeno il Magnifico, non più tale secondo una grossa fetta di tifosi azzurri. Insigne è solo l’ennesimo napoletano che, soprattutto nell’era De Laurentiis, non riesce a spiccare il volo con addosso la maglia della squadra del cuore. Tuttavia gli errori più grossolani li commette la squadra arbitrale quando il risultato è fermo sul 2 a 2: prima annulla un bel gol in rovesciata di Gabbiadini (finalmente si sono riviste tracce di Manolo in campo, non solo per aver segnato il 2 a 2 trasformando il secondo rigore concesso…) per un fuorigioco inesistente e, poco dopo, convalida il gol del definitivo vantaggio turco, ignorando un fuorigioco vero. A questo punto il tifoso vero è colui che, mettendo da parte la più che legittima delusione e frustrazione per il momento critico che sta attraversando la squadra, fa quadrato attorno ad essa non lesinando sul proprio sostegno. Il Napoli che non riesce più a vincere, si scopre improvvisamente fragile e adesso, più di sempre, c’è bisogno del sostegno dei tifosi. Che tante cose non vadano per il verso giusto è palese e forse nemmeno chi è dentro alla squadra riesce a capirne i motivi. Che l’assenza di Milik sia più pesante di quello che lo stesso Sarri voglia ammettere è altrettanto palese e, purtroppo, le soluzioni interne sono molto poco efficaci. La tenuta difensiva è piuttosto carente e non solo per colpa dei quattro in linea perchè, sebbene sembri banale, si attacca e si difende sempre in undici. Inoltre, visto il momento non troppo brillante di Reina, sarebbe stato il caso di pensare seriamente ad un suo vice di sicuro affidamento, come del resto già detto durante il calciomercato estivo. Anche Sarri ha qualche angolo da smussare per crescere: parlo della sua paura di lanciare i nuovi acquisti perché a volte si può giocare bene anche senza essere integrati al 100%. Proprio in Champions ne abbiamo avuto la riprova: quindici giorni fa con Maksimovic, entrato a freddo contro il Benfica per sostituire Albiol infortunato e mercoledì sera, con Diawara che, al suo esordio, ha già fatto capire che ha quello che manca al Jorginho attuale, ossia la grinta ed il temperamento di cui difetta il regista brasiliano. Viste le credenziali di cui gode Rog, non sarebbe forse il caso di farlo scendere presto in campo? Non si risolverebbero tutti i problemi, questo è vero, ma qualche variante tattica è quello di cui ha bisogno il Napoli di questi tempi. Chi non delude mai è Zielinski, tra i pochi a salvarsi, insieme a Mertens, nel mercoledì di coppa. Detto questo è bene non dimenticare che in situazioni equilibrate come quelle con Roma e Besiktas, le partite sono decise dagli episodi. E gli episodi parlano di pochi tiri subiti e tanta mole di gioco creata, quindi anche una grossa dose di sfortuna. Ma, soprattutto, non dimentichiamo che il romanista Juan Jesus era da espellere e poco dopo salva un gol su Callejòn e che contro il Besiktas, da regolamento, saremmo passati in vantaggio 3 a 2 (gol regolare di Gabbiadini) e non in svantaggio 2 a 3 (gol irregolare del centravanti del Besiktas). Il calendario adesso è da sfruttare assolutamente, poiché Crotone ed Empoli sono un’occasione unica per tornare a vincere e far risalire il morale in vista del match dello Stadium. Sono ammessi tutti gli scongiuri del caso… Chiosa finale sul caso Icardi/Inter. Da un lato la società, nella persona del dirigente Zanetti, che dichiara di non aver letto il libro autobiografico del centravanti argentino ma di essere dalla parte della tifoseria (sic!); dall’altra la tifoseria stessa che sembrerebbe aver atteso il calciatore sotto casa e di averlo intimidito con una pistola. L’intera vicenda, da qualsiasi angolazione la si voglia vedere, è vergognosa. La società che non solo non si accerta preventivamente di quello che un proprio tesserato scrive in una biografia in cui, per forza di cose, viene tirata in ballo, ma, anzi, lascia isolato un suo dipendente. La tifoseria che, sebbene possa essere infastidita per l’atteggiamento di un calciatore, usa mezzi illeciti per farsi le proprie ragioni. Ma cosa sarebbe successo se una cosa del genere fosse accaduta a Napoli? L’avrebbero menata con la storia del degrado sociale, della malavita e della gestione da dilettanti della squadra di calcio? Perché due pesi e due misure? Perché quello che altrove è il gesto di pochi sparuti facinorosi ultras a Napoli diventa disagio sociale dell’intera città? Questo nessuno ce lo saprà o ce lo vorrà spiegare…ma tant’è! Infine una divertente chicca che con il pallone ha poco da vedere: radio Padania, la voce ufficiale della Lega nord, è stata salvata dal fallimento grazie all’acquisto da parte di un facoltoso imprenditore calabrese. Il riscatto del sud nei confronti di coloro che da troppi anni si arrogano il diritto di vilipenderlo. Avanti Sud e…Avanti Napoli, Avanti!

 

Riccardo Muni

 

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