La previsione – Milik in campo il 15 gennaio

E’ la previsione del suo manager, Pantak: «E non ha senso prendere un’altra punta»

Milik, dove sei? Domanda più che mai lecita, ma che non può ancora prevedere una risposta sensata. O meglio, precisa. Ciò che si sa è che il polacco non s’è allontanato. Ma è negli immediati paraggi, intento ad immergersi “ca cap e co’ pensiero” (come si suol dire da queste parti) in quella tabella riabilitativa fatta su misura per lui. Insomma, Arkadiusz è presente (assente però sabato pomeriggio in tribuna per evitare inutili affaticamenti), attento, concentrato principalmente su ciò che più gli preme: recuperare anche in fretta, ma nel migliore dei modi. Ecco perché risulterebbe oltremodo prematuro sbilanciarsi sui tempi del suo ritorno in campo. Ben si sa che i decorsi post-operatori variano a seconda dei casi, che la durata delle convalescenze possono solo essere ipotizzate, ma non rispondenti a standard ben precisi. Insomma, Milik indubbiamente manca (come confermato dallo stesso Sarri dopo Napoli-Roma), ma non è possibile stabilire già da ora se possa tornare fra tre, quattro mesi o anche più.
 
LA PREVISIONE. C’è chi invece la vuole mettere sul tasto di un ottimismo che, in situazioni del genere, non guasta mai. David Pantak, procuratore dell’infortunato, vuole vederla lunga (anzi, corta) azzardando una data sul ritorno in campo del suo assistito. «Potrebbe tornare il 15 gennaio, cioè 99 giorni dopo l’infortunio» (in quella data si giocherà Napoli-Pescara, ndr), ecco la rivelazione che sa di profezia ai microfoni della tv polacca Polsat Sport. Aggiungendo: «Non voglio fare previsioni troppo positive». Beh, tornare in poco più di tre mesi non sarebbe poi così male. Tanto più che in quella zona, quella cioè di competenza dell’infortunato, è già scattata l’emergenza. S’è già visto che l’alternativa di ruolo è limitata (in effetti unica) e fondamentalmente tutta da scoprire. Poiché c’è Gabbiadini in prima battuta, e poi la variante del cosiddetto falso nove: entrambe provate contro la Roma, senza dare i frutti sperati. Ma era la prima volta, ed una sola rondine potrebbe non fare (ancora) primavera.

BASTA LUI. Il procuratore del bomber, più che ostentare le sue doti di veggenza, ha voluto altresì mettere le mani avanti, provare ad allontanare l’ipotesi-Klose (ad esempio): «Acquistare un attaccante per sostituirlo? Non credo che avrebbe senso se il recupero fosse così veloce. Per me vale la pena aspettare che torni».
Tre mesi (anche se tali fossero) sono lunghi da passare, recita la canzone. Al momento si sa solo che Milik prima di uno scontato trimestre (minimo sindacale) non ce la farebbe a tornare e che l’emergenza, dopo essere scattata, potrebbe anche perdurare.

IL DILEMMA. Cambiare modulo? Assicurarsi uno svincolato? Restare così sino al mercato di gennaio? Sono cose che la società sta già vagliando da quel maledetto 8 ottobre. Da quando cioè l’ex Ajax ha impattato prima contro il danese Jannik Vestergaard e poi col terreno. Proprio lì non ci voleva, visto che l’argomento-centravanti era risultato già bollente durante il mercato estivo (con i vari Icardi, Kalinic inseguiti per un rafforzamento) e anche dopo. Con quel dilemma rimasto in sospeso: ce la faranno i soli Milik e Gabbiadini? Ora che ce n’è uno solo la domanda si fa addirittura più pressante. Intanto Arkadiusz non vede l’ora: col sorriso sulle labbra palleggia, va a finire sulle bancarelle con stampelle e corni, si vede già in campo. Il prima possibile. Anche tre mesi sarebbero lunghi da passare, per lui.

Fonte: CdS

CampogfennaioMilik
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