Nulla di drammatico, ma attenzione ai segnali. La squadra precisa e talentuosa che ha travolto il Benfica, è evaporata in questi 15 giorni tra Bergamo e la gara con la Roma. Certo, c’è di mezzo una bella dose di sfortuna (come il gol di Petagna dopo un rimpallo) ma balza agli occhi di tutti una certa, per così dire, «non brillantezza» di uomini una volta capaci di trascinare il resto della squadra. Qualcuno più esausto di altri, come Jorginho per esempio, altri in cerca di una continuità che ancora non arriva (Insigne), altri che alternano cose belle a disastri (Koulibaly) e altri ancora alla disperata ricerca di una identità (Gabbiadini). Il momento-no è una combinazione di elementi tecnici e atletici. C’entrano anche gli avversari: Spalletti e Gasperini sono stati abili a sorprendere Sarri con alcune mosse a sorpresa che hanno limitato la potenza creativa a centrocampo. L’assenza di Milik ha un peso relativo: con l’Atalanta c’era eppure il Napoli neanche quella domenica ha fatto faville. Dunque, giusto sottolineare la prestazione altamente negativa, anche sotto il profilo della reattività, di Gabbiadini (ennesima giornata in cui c’è da chiedersi di che pasta veramente sia fatto questo attaccante) ma evitando di pensare che tutti i mali passino per Manolo . Fonte: Il Mattino