Serie B, D’Angelo regala tre punti all’Avellino

Avellino-Spezia 1-0
AVELLINO (4-3-3): Frattali 6,5; Gonzalez 6 Jidayi sv (19′ pt Perrotta 7) Djimsiti 7 Asmah 6; D’Angelo 7,5 Paghera 6 Lasik 6,5 (39′ st Crecco sv); Belloni 7 Camarà 7 (26′ st Bidaoui sv) Soumarè 6. A disp.: Offredi, Radunovic, Diallo, Migliorini, Omeonga, Donkor. All.: Toscano 7.
Falli commessi: 15.
Fuorigioco fatti: 0.
SPEZIA (4-3-3): Chichizola 7; Vignali 6 Terzi 5,5 Ceccaroni 6 (30′ st Errasti sv) Migliore 5; Deiola 5,5 (25′ st De Col sv) Pulzetti 6 Sciaudone 6; Mastinu 5,5 Nené 5 Baez 5,5 (16′ st Piu 5,5). A disp.: Valentini A., Okereke, Maggiore, Tamas, Granoche. All.: Di Carlo 5.
Falli commessi: 15.
Fuorigioco fatti: 0.
ARBITRO: Ros di Pordenone 6.
Guardalinee: Di Salvo e Colarossi.
Quarto uomo: Di Gioia.
MARCATORE: 31′ st D’Angelo.
AMMONITI: 15′ pt Terzi (S), 33′ pt Sciaudone (S), 45′ pt Camarà (A) per gioco scorretto, 47′ st Soumarè (A) per comportamento non regolamentare.
NOTE: spettatori 5000 circa. Angoli: 12-6. Rec.: pt 2′; st 5′.

Anema e core, soltanto con quelle caratteristiche un Avellino fortemente rimaneggiato poteva ottenere una vittoria fondamentale in un momento difficile. Perché la formazione proposta da Toscano era praticamente priva di attaccanti, con gli infortunati Castaldo, Ardemagni, Mokulu e Verde in tribuna a stropicciarsi gli occhi, insieme ai tifosi irpini, guardando i loro sostituti giocare in quel modo. Ragazzi animati da furia agonistica, capaci di sopperire con generosità alle carenze tecniche nei confronti di avversari di maggiore spessore.
ERRORI DI VALUTAZIONE. Lo Spezia con la migliore difesa del campionato ha commesso un errore di presunzione ritenendo di avere nulla da temere da un Avellino incerottato, a tratti confusionario, capace di sbagliare gol praticamente fatti. Migliore e Nenè hanno collezionato errori in fase di impostazione e di conclusione, giocando con supponenza, così come Mancosu che ha fatto da spettatore e Baez tardivamente sostituito da Di Carlo quando il tecnico s’è reso conto che era il caso di rinforzare gli ormeggi per evitare di vedere il suo Spezia andare alla deriva, rispetto al moto perpetuo di quegli indiavolati ragazzotti in maglia verde. Un Avellino che è piaciuto tanto per il modo in cui s’è espresso, con un assetto difensivo convincente, finalmente con quattro elementi lì dietro, un centrocampo duttile e frenetico, un attacco inedito con Soumarè, Belloni e Camara che hanno fatto marameo agli avversari attraverso le loro inattese incursioni. Un paio di strepitosi interventi di Chichizola hanno evitato allo Spezia di capitolare prima della zampata vincente di capitan D’Angelo, che ha firmato il successo salvando il posto a Toscano,

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andando poi a fare un riverente inchino sotto la curva, a quella tifoseria che s’identifica in questo ormai ex ragazzo cresciuto e ripartito con l’Avellino dalla serie D, fino a diventare il simbolo e l’anima di una squadra ancora alla ricerca di una reale identità.
INFORTUNI. Una vittoria liberatoria, per nulla facile, in una partita che ha registrato altri due infortuni in corso d’opera, quelli di Jidayi (sospetta lesione al flessore della coscia sinistra) dopo 20’ e poi di Camara (uscito per crampi) aggiuntisi ai sei già contati dal tecnico alla vigilia. L’Avellino non s’è disunito né demoralizzato, ha continuato a giocare con furore agonistico, ha sbagliato un gol a porta vuota con Soumarè (21’ st) e dopo avere applaudito Frattali per avere sventato un gran tiro al volo di Sciaudone da fuori area, ha sferrato il colpo vincente: angolo dalla destra, con palla verso Lasik appostato sul secondo palo e pronto ad appoggiare al centro dell’area verso D’Angelo che, inventatosi goleador, con freddezza ha calciato di sinistro in rete a botta sicura. Lo Spezia è apparso incredulo, incapace di organizzare un’apprezzabile reazione per evitare la sua prima sconfitta esterna, mentre l’Avellino ottiene la seconda vittoria in casa.

Corriere dello Sport

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