Il piccolo grande 10 ha gli occhi che lampeggiano. «Un peccato sentire tutti quei fischi per Gabbiadini, non li merita. Se è come me, non vedrà l’ora di tornare in campo». Eccolo Gianfranco Zola, 32 gol in 105 partite con gli azzurri (e uno scudetto), tornare al San Paolo: è rimasto fino all’ultimo secondo sperando, in cuor suo e in silenzio, al ribaltone del Napoli.
Zola, senza Milik è un altro Napoli? «Qualcosa cambia quando viene meno un giocatore così importante, la punta intorno a cui ruota il gioco. È evidente che contro una difesa fisica come quella della Roma si possono avere dei problemi senza avere un certo tipo di attaccante».
Meglio con Mertens? «I piccoletti mi sono piaciuti molto, forse perché ricordano un po’ me (ride, ndr) ma questa non era la gara giusta, perché c’era la necessità di avere attaccanti di peso in area di rigore. Cosa che il Napoli non aveva».
Come si recupera Gabbiadini? «Io non so se c’è un problema Gabbiadini, ma se un attaccante vive un momento opaco, il rimedio è quello di sentire addosso la fiducia di tutti. Poi prima o poi il gol arriva e la situazione si sblocca».
Essere sostituiti all’inizio della ripresa, quando la squadra è sotto 2-0, non può scoraggiare un giocatore? «Dipende dalla persona. E dal modo con cui percepisce la sostituzione. Nel caso di Gabbiadini mi pare che Sarri abbia voluto cambiare proprio il modo di attaccare il muro della Roma».
Con risultati non proprio esaltanti? . «Poteva anche pareggiare il Napoli, il 3-1 finale è un inganno, non c’è stato questo divario tra gli azzurri e la Roma. Ma è evidente che per recuperare si sono dovuto esporre molto».
Il gioco di Sarri non è stato brillante come altre volte? «Il Napoli è da due anni una squadra che a prescindere dal risultato, ha un’idea di gioco ben precisa, ha un’identità e trasmette emozioni. Può capitare una parentesi negativa».
È una brutta frenata nella corsa scudetto? «Non direi. Siamo a ottobre, non conosco campionati che si vincono o si perdono in autunno. Anzi, questo è un k.o. che può aiutare il Napoli a capire dove dover lavorare di più».
E la Roma adesso l’anti-Juve? «I bianconeri sono una corazzata, non c’è gioco: ma il Napoli non deve arrendersi, deve rialzarsi dopo questa caduta e tornare a vincere. Magari già mercoledì in Champions».
È un bene tornare subito in campo? «Io dopo una sconfitta avrei voluto tornare in campo giù il giorno dopo. Credo che anche il Napoli e Gabbiadini non vedano l’ora».
È l’anno degli allenatori italiani in Premier e lei che è stato tra i primi non c’è? «Io ne approfitto per studiare e apprendere. E da Napoli-Roma ho visto tante cose che mi possono servire per il mio lavoro».
La Redazione