Un suo intervento a radio crc con il cuore aperto e tanta nostalgia:
“Anche in Inghilterra ci sono delle squadre che vanno per la maggiore, ma c’è una grande competitività per il primato. Non c’è nemmeno una partita scontata e fino alla fine il risultato è in bilico per cui è un campionato molto avvincente. Qui ci sono meno tatticismi e lo spirito è quello di superarsi sempre quindi fino all’ultimo minuto non molla nessuno. Dopo tanti anni in Italia in cui ho allenato squadre di bassissima fascia per poi arrivare ai vertici, pensavo che a livello personale non avevo più nulla da scoprire per cui ho scelto di allenare all’estero. Sono venuto in Inghilterra per conoscere qualcosa di diverso, qualcosa da aggiungere al mio bagaglio di esperienza.
Insigne è un giocatore importante, è cresciuto ed ha acquisito grande autostima. L’ho fatto esordire quando era ancora un ragazzino ed ha fatto tanto da quel momento. Sono convinto che possa fare ancora molto bene, anche in Nazionale. Lorenzo è diventato un campione ma gli ho sempre consigliato di non abbassare mai la guardia se vuole restare un grande giocatore e l’unico modo per farlo è ed essere sempre concentrato.
Sarri? Il Napoli gioca molto bene a calcio, a volte come accadeva anche a noi in passato ha pagato qualcosa nel finale, ma in linea di massima sono d’accordo con Spalletti: il Napoli gioca molto bene.
Il bello dello sport è che i valori tecnici possono fare la differenza ed è questa la speranza di noi allenatori: vogliamo sempre poter fare meglio. Qui c’è molta più competitività verso l’alto, c’è un gruppetto che fino alla fine si batterà per lo scudetto. In Italia invece è diverso, in questo momento c’è la Juve e due squadre che domani si affronteranno che possono insidiarla.
Milik stava facendo bene, stava crescendo, ma vedo che il Napoli ha tante soluzioni anche in attacco. Detto questo, è chiaro che non è una bella notizia quando si ferma un giocatore che stava facendo bene.
Ci sono state tante partite belle a Napoli, quel Juve-Napoli ha dato grande entusiasmo e convinzione a noi e a tutto l’ambiente. Tra l’altro ero arrivato da poco e avevo bisogno che i giocatori mi dessero una risposta e lo fecero. La mia esperienza a Napoli è stata entusiasmante, abbiamo vinto a Firenze in un campo ostico dopo 20 anni, siamo andati in Europa, è stato un bel periodo. Mi vengono i brividi a pensarci e certe cose mi resteranno dentro per sempre.
Il Napoli dopo di me ha fatto altre scelte, è andato avanti ed è iniziato da poco il campionato per c’è tutto il tempo affinché accada qualcosa di straordinario. La politica del Napoli è ottima, il club è stato bravo a prendere i calciatori e credo abbia la potenzialità per vincere.
Un mio ritorno a Napoli? Nella vita mai dire mai. A Napoli ho vissuto anni bellissimi, ho ricordi importanti che mi legano alla piazza azzurra e nella vita professionale di un allenatore non si sa mai cosa può accadere nel futuro, nulla è impossibile. Cerco sempre di migliorarmi e quei 4 anni in azzurro hanno segnato la mia carriera. Anche la coppa Italia, il primo trofeo dopo l’era Maradona è stata una grande soddisfazione. A Napoli sono cresciuto non solo come professionista, ma anche come uomo.
Il rapporto con De Laurentiis? Le cose personali le teniamo per noi, ma posso dire da parte mia non ci sono problemi. Quando un allenatore fa bene in una città è perché le parti si capiscono e in quei 4 anni io e la società ci siamo capiti. La stima nei confronti della società con cui ho lavorato resta immutata.
Mourinho battuto? Per fortuna anche a Napoli abbiamo vinto contro grandi allenatori, ma contro di lui non avevamo mai vinto. Voglio provare a far salire il Watford per ciò che concerne il ranking e ci proverò fino alla fine”