Il punto della situazione – di R. Muni: “Fulmine a ciel sereno”

Chi si sarebbe immaginato il Napoli sconfitto a Bergamo, dopo la brillante notte di Champions alzi la mano. In effetti, era difficile pronosticare l’esito finale sfavorevole agli azzurri. Ed è altrettanto difficile commentare la strana partita disputata da Hamsik e compagni al cospetto di una squadra, quella orobica, data da molti in profonda crisi. Ancora più difficile è riuscire a trovare le indicazioni e gli spunti di riflessione che le partite offrono. Sarebbe semplice e semplicistico ridurre il tutto a pochi concetti. Il primo riguarda la fortuna poco propensa a tifare Napoli. In realtà, considerando che il gol partita dell’Atalanta è nato da un rimpallo sul volto di Goulahm, ci sarebbe da imprecare contro la malasorte.  Il secondo riguarda la stanchezza e la scarsa attitudine di Maurizio Sarri al turnover. Se una squadra soffrisse di affanni e di tossine in eccesso dopo nemmeno due mesi di attività agonistica, si potrebbe legittimamente gridare al fallimento della preparazione precampionato. Inoltre, quante critiche sarebbero piovute sulla testa del tecnico di Figline, se avesse cambiato cinque o sei effettivi rispetto a mercoledì? Ronzano ancora nelle orecchie di tutti le critiche che Walter Mazzarri subì all’indomani della sconfitta in casa del Chievo contro cui aveva schierato una formazione imbottita di riserve. Infine la troppa euforia post Champions, per una squadra non abituata a certi livelli, avrebbe portato l’undici di Sarri a rimirarsi allo specchio, prendendo sotto gamba una squadra che sulla carta presentava un gap tecnico abissale con il proprio avversario. La realtà è che il Napoli sembrava quasi assente ingiustificato, incapace di reagire alla fitta rete predisposta da Gasperini a tutto campo e di trovare soluzioni alternative. Tenuto conto che il gol dei padroni di casa è stato realizzato dopo nemmeno dieci minuti di gioco e che il Napoli, nei restanti ottanta non ha avuto la forza e la lucidità per riorganizzarsi e ribaltare il risultato, la dice lunga su quanto sia stata semplicemente una partita sbagliata. In realtà, a partita in corso, Maurizio Sarri aveva tentato di rompere i propri schemi, provando anche Gabbiadini e Milik insieme, ma ogni tentativo è stato inutile. Sono venuti meno alcuni uomini chiave, Hamsik su tutti, che si è smarrito con il passare dei minuti, finendo imbrigliato nelle fitte maglie della rete predisposta dall’Atalanta. Sono venuti meno i due esterni ai lati di Milik ed anche i terzini, Hysaj e Goulahm, ne hanno risentito. Se Jorginho non riesce ancora a viaggiare con le marce con cui ci aveva abituati la passata stagione, lampi di bel calcio li ha offerti Zielinski, che conferma ancora una volta le sue enormi doti tecniche. Il risultato è stato quello di una squadra che solo a sprazzi ha saputo rendersi pericolosa, viaggiando a ritmi troppo intermittenti, senza mai dare l’impressione di essere padrona assoluta del campo. Un fulmine a ciel sereno, la sconfitta rimediata a Bergamo, che chiude il tour de force con l’amaro in bocca, al termine di un ciclo di partite comunque positivo. Non aspettavano altro i detrattori della causa azzurra, che si sono fiondati sul ciuccio ferito ma che non pare aver alcuna intenzione di alzare bandiera bianca. Nonostante le dichiarazioni post partita di Sarri che, pur ammettendo la superiorità dei primi della classe, la Juventus. In effetti, sarebbe stato folle o provocatorio affermare il contrario ma i critici del tecnico del Napoli sono riusciti a carpire messaggi che ai più sono sfuggiti, leggendo tra le righe delle sue dichiarazioni. Quella contro Sarri pare diventata la crociata del nuovo millennio, ma di questo parleremo più avanti. Non rimane che leccarsi le ferite e concentrarsi sull’avversario che, dopo la sosta, sfiderà fli azzurri nel catino di Fuorigrotta: la Roma. Avanti Napoli…Avanti!!!

 

Riccardo Muni

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