Marcolin: “A Bergamo io avrei sostituito qualcuno durante l’intervallo”

Il Napoli purtroppo ieri ha dovuto affrontare la prima sconfitta stagionale contro un’Atalanta forsennata che sembrava giocarsi la partita della vita. Non che sia stato solo questo il motivo della sconfitta, anzi, si può dire che gran merito è stato proprio di un Napoli stanco e senza quel ritmo che ha fatto sognare nelle precedenti partite sia di campionato che di Champions League. Dopo una scia di vittorie e qualche pareggio, in campo il Napoli ha portato tanta lentezza e nessuna azione da brividi, ecco perchè è sembrata un’altra squadra. Restando al secondo posto dietro la Juve, sono inevitabili i paragoni con la capolista, e oggi Il Mattino ha riportato i commenti di alcuni addetti ai lavori, tra cui Dario Marcolin, allenatore ed ex giocatore: “Le differenze persistono, basta guardare l’ultimo mercato bianconero. La mia sensazione è che rispetto a un anno fa il Napoli si sia rinforzato ma basta con i paragoni perché si creano inutili aspettative. Resta il distacco a livello di esperienza, la formazione di Allegri ne ha tanta in più. Ieri ha vinto a Empoli la stessa gara che il Napoli ha perso a Bergamo, noi le chiamiamo partite sporche: non giochi benissimo però porti a casa i tre punti. Dopo il gol nei primi minuti dell’Atalanta, gli azzurri avevano tempo a sufficienza per rimontare ma non hanno avuto la forza per farlo. Il Napoli ha pagato qualcosa per questo lungo tour de force. 7 match in 21 giorni sono tanti, non fai in tempo a scendere dalla scaletta dell’aereo che già sei in campo. Tutti pagano dazio quando ci sono impegni così ravvicinati, o a livello di infortuni, o di risultati. Quello che è accaduto al Napoli a Bergamo si è verificato con il Barcellona, il Real Madrid e il Bayern. E con la stessa Juventus, sconfitta a Milano dall’Inter. Prima o poi il calo arriva, la conseguenza è quasi fisiologica. Tutti puntano il dito contro il ritardo dei cambi, oltre alla loro sistematicità. Di solito gli allenatori considerano il periodo che parte intorno al quarto d’ora della ripresa, il cuore della partita. Ma se hai percezione che le cose non vanno bene dall’inizio, allora bisogna cambiare prima. Faccio due esempi: Mourinho, quando è sotto, finisce il match con sei attaccanti; ieri Giampaolo, appena subita la rete del Palermo, ha schierato quattro punte e l’ha pareggiata. A Bergamo io avrei sostituito qualcuno durante l’intervallo”.

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