Ottavio Bianchi: “Sì, può essere l’anno buono. Il Napoli ha fame ed entusiasmo e qualche italiano che può fare la differenza!”

Era un po’ un sergente di ferro, sorrideva poco, distante anni luce per carattere e mentalità dalla piazza napoletana, eppure, la simbiosi fu perfetta. Lavoro ed estro, ordine e genialità, la fusione che rese il Napoli vincente. Lui è di Bergamo, vive a Bergamo Alta e con il Napoli ha vinto scudetto, coppa Italia e coppa Uefa. Questa è da sempre la partita di Ottavio BianchiMa stavolta non andrò allo stadio e la guarderò in Tv perché sono in Liguria», dice).Inevitalbilmente è rimasto attaccato ai colori azzurri e del Napoli di Sarri parla ai microfoni del Mattino:

Ma ci sarà partita? «L’Atalanta è un po’ in difficoltà, il Napoli invece è in grande spolvero. In questo momento non c’è match ma il calcio italiano è particolare e non devi mai abbassare la guardia».

E il Napoli ha già perso punti sui campi di due piccole: Pescara e Genoa. «Sì, ma ha avuto tante occasioni per vincerle tutte e due. Il Napoli ha lo stesso tecnico, il gioco è collaudato, gli azzurri si muovono a memoria. L’Atalanta ha cambiato molto, a cominciare dall’allenatore, e all’inizio si fa sempre fatica. La differenza di qualità è enorme: bisogna rispettare tutti e mai sottovalutare gli avversari ma il Napoli è di un’altra dimensione».

Lei ha sempre sostenuto che gli scudetti si vincono contro le piccole. «E lo confermo. Gli scontri diretti sono importanti, però i tre punti sono uguali contro le piccole. Le grandi squadre devono avere questo nel Dna per poter arrivare allo scudetto: puoi giocare male queste partite ma alla fine in un modo o nell’altro devi vincerle. E il Napoli lo vedo più maturo anche in questo senso».

Può essere l’anno dello scudetto «Secondo me sì. Lo dissi anche l’anno scorso: alla fine del girone d’andata c’erano tre squadre davanti alla Juve e non solo il Napoli che poi sono state clamorosamente risucchiate. Si è ripartiti con Juve, Napoli e Roma ma i giallorossi hanno già dei grossi problemi».

Perché può essere l’anno buono? «Perché la Juve avendo vinto così tanto qualche metro lo può lasciare. Era già forte e ha acquistato i giocatori migliori e quando hai una squadra così puoi pensare che alla fine la partita la vinci comunque: in questo senso a livello d’inconscio potrebbe essere un po’ appagata e rischiare come è già successo a Palermo».

Tradotto: il Napoli ha più fame della Juve? «Sì, ha più fame e tanto entusiasmo. E poi c’è un altro aspetto: la Juve ha giocatori pagati tanto che hanno l’obbligo di far bene»

Tra questi Higuain: quanto ha perso il Napoli? «Il Napoli aveva un sbocco offensivo ben chiaro che ha sfruttato al meglio, dietro lui si muovevano tutti in funzione della sua percentuale realizzativa pazzesca. Adesso tutti si muovono per trovare la soluzione più efficace e ognuno può trovarsi in zona gol».

S’aspettava un Milik così? «Giocare in un contesto ben collaudato agevola il centravanti: Milik è stato bravo ad inserirsi rapidamente, non è statico e ha tirato fuori gol importanti: il suo stacco di testa può essere determinante visti i cross ben lavorati soprattutto di Ghoulam».

Chi sono i due azzurri decisivi? «Hamsik e Callejon: è giusto che loro giochino sempre, a meno che non abbiano un calo di condizione. Lo slovacco mi è sempre piaciuto, ricordo una sua partita formidabile a Bergamo quando giocava con Cavani. Ora sta facendo benissimo con Sarri».

Napoli partito fortissimo anche in Champions a differenza della Juve: un vantaggio? «Il suo girone è decisamente più facile di quello della Juve ma bisogna sempre vincere sul campo e il Napoli lo ha fatto convincendo e mettendosi la qualificazione ormai in tasca. La Juve dovrà fare più fatica perché dovrà ancora giocarsela e potrà risentirne: tra l’altro molti bianconeri sono reduci da campionati Europei e Coppa America e questo determina dei cali di rendimento».

E ora Sarri ha una rosa più ampia. «Infatti, più ampia e più competitiva: saranno importanti le rotazioni, bisogna farle in maniera mirata con al massimo tre cambi per non stravolgere l’assetto. Il gioco di Sarri è efficace, si vede la mano dell’allenatore. Il Napoli mi piace molto anche se per quelli che sono i miei giusti ci sono troppi stranieri…».

Quindi, lei tifa Gabbiadini e Insigne? «Proprio così, io tifo per gli italiani: mi piacerebbe vederli sempre in campo ma è chiaro che l’allenatore fa giocare quelli che stanno meglio. Tutti e due potranno tornare molto utili anche in chiave nazionale».

Torniamo alla Champions: il Napoli può essere la sorpresa? «Il primo tassello direi che ormai è stato messo a posto, poi sarà importante il sorteggio: l’Atletico Madrid fino alla finale ha avuto un tabellone non impossibile. Se gli incroci dovessero essere favorevoli il Napoli potrà fare molta strada».

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