Quattro modi per esserci. Quattro modi di esserci. Quattro goal specchio di questa squadra. Simbolo di un modo di vivere il calcio, di attaccare e di attaccarsi soprattutto ad un’idea, quella del gioco. Quattro goal di una squadra come il Napoli fatti al Benfica, non una qualunque. Hamsik sblocca su schema da calcio d’angolo. Migliorato il Napoli su questo aspetto, sa pungere ed attaccare. Sa essere presente con più uomini in zona goal, uomini che si dividono compiti e spazi e si aiutano. Ricamano l’uno per l’altro. Il secondo è di Mertens su calcio piazzato e continua Milik su rigore. Ancora Mertens mette la croce sulla gara raccogliendo un’azione veloce degli azzurri a dispetto di un Benfica che mai coglie l’attimo della partita favorevole a sbloccare la gara e dirigerla in direzione portoghese. La partita si racconta anche da qui perchè il Napoli che attacca non è solo il Napoli che fa goal, ma è il Napoli del primo pressing che sporca ogni azione dei portoghesi e permette al resto delle linee di assestarsi per difendere meglio. Un primo pressing che stona e non permette al Benfica di giocare una gara tranquilla indirizzandola sui binari preferiti. Il lavoro estenuante di Callejon ed un Mertens finalmente giunto a maturità completa accompagnano Milik in ogni suo metro di partita e permettono ad Hamsik di prendere per mano la squadra e dialogare con tutti. Hamsik si alimenta ed alimenta la squadra, marchio da giocatore unico. Quattro reti ad una squadra plurititolata che non perde mai. E’ il Napoli migliore dell’era De Laurentiis. Forse uno dei più belli di sempre.
A cura di Alessandro Tullio