La benedizione della Madonna non è servita. Dopo la visita effettuata al Santuario di Montevergine, l’Avellino ha ricevuto quella degli ufficiali di polizia giudiziaria che hanno apposto i sigilli agli accessi della Tribuna Terminio, notificando poi il decreto di sequestro preventivo della struttura presso la sede della società che, quale obbligato alla conservazione e alla vigilanza dello Stadio Partenio – di proprietà del Comune di Avellino – dovrà provvedere alla messa in sicurezza del settore sequestrato.
ECCO ABODI. Nessun problema per la prima tappa del Tour “Regoliamoci – Le Regole del Gioco Pulito”, giunto al terzo anno consecutivo, in programma questa mattina proprio nella parte bassa del settore sequestrato, ovvero nei locali dove è ubicata la sala stampa dello stadio. A moderare l’incontro saranno Andrea Abodi, presidente della Lega di B, Paolo D’Alessio dell’Istituto per il Credito Sportivo, Marcello Presilla responsabile Sportradar, Simone Farina, Gianluigi Pocchi e Guido Camera che ricoprono ruoli rilevanti in seno alla Lega di B.
CLAMORE. Un lavoro che richiederà un intenso intervento misurabile in ore, da parte degli operai che questa mattina saranno all’opera per sistemare una situazione che ha registrato un comprensibile clamore mediatico quando si è saputo del sequestro della struttura per il quale sono stati allertati gli organi di stampa con una informativa che ha consentito di fotografare e filmare i momenti della apposizione delle strisce bianco-rosse di delimitazione del settore. Tutto questo mentre al centro della città due vigili sequestravano il pallone a bambini che stavano giocando lungo il Corso Vittorio Emanuele.
SOLUZIONE. L’architetto Enzo Maria Genovese, che per conto del Comune ha diretto i lavori di messa in sicurezza dello stadio, ha tranquillizzato tutti: «Si tratta di scaglie di calcestruzzo staccatesi da due giunti di dilatazione dell’anello superiore. Provvederemo subito all’intervento che interessa pochi metri della struttura».
Poi sarà emesso il decreto di dissequestro per consentire agli spettatori di occupare anche quello spazio al momento delimitato quale “zona rossa” di pericolo.
Corriere dello Sport