Solido in difesa, prolifico in attacco. I numeri non mentono mai e il Benevento li mostra con orgoglio insieme a quell’imbattibilità che è rimasta fiore all’occhiello solo dei giallorossi e dello Spezia. A dire il vero quella della squadra sannita ha radici lontane: l’ultimo ko è del 20 dicembre 2015, stadio del Mare di Lecce, una serata di polemiche, con un gol pazzesco annullato a Ciciretti al 90′. Poi 24 partite ufficiali (18 di
Lega Pro, 6 di B) senza macchia. Chi si aspettava una navicella fragile e esposta alle intemperie della B deve ricredersi. La matricola di Baroni impara in fretta e mostra di non avere nulla da invidiare alle squadre più blasonate. Il 4 a 0 del San Nicola rimbomba ancora fragoroso. Un risultato così in trasferta è già di per sé roboante, coglierlo sul campo del Bari diventa un’impresa da cerchiare in rosso negli annali della società. Per trovare un altro 4 a 0 in trasferta bisogna risalire al 30 settembre 2007 e al campo meno nobile di Scafati: reti di Tufano, Castaldo, Polani e del compianto Imbriani. Prologo della risalita in C1 e della scalata nel calcio che conta voluta dal presidente Vigorito. Vincere a mani basse sul campo del Bari mette quasi i brividi. Sono in tanti a chiederselo: e se ora i giallorossi si montano la testa? La risposta la dà Ciciretti, l’icona di questo Benevento che mostra il suo sapiente mix di talenti ancora sconosciuti e giocatori di grande esperienza: «Non avevamo bisogno di vincere a Bari per capire quanto valiamo, ne eravamo già consapevoli, così come siamo tutti decisi a rimanere coi piedi per terra e non fare voli pindarici».
chiave. Il fantasista romano a 23 anni sta tornando quello che aveva fatto versare fiumi di inchiostro quando giocava nella Primavera della Roma e scimmiottava Totti, sognando un giorno di giocargli accanto. Baroni ha capito di essere davanti ad un fenomeno e non ha esitato ad affidargli le chiavi della fase offensiva: trequartista o esterno a seconda del modulo che andrà a disegnare. Il
Corriere dello Sport