Avrà ancora davanti agli occhi l’occasionissima sprecata contro il Genoa: un pallone consegnato tra le braccia a Perin da posizione molto favorevole. Come pure la chanche ghiotta fallita contro il Bologna, un tiro a porta vuota calciato altissimo sull’invito al bacio di Allan. Due errori clamorosi per uno che si chiama Lorenzo Insigne e che davanti alla porta solitamente è freddo, uno al quale le gambe non tremano come dimostrato con il rigore calciato contro la Germania nei quarti di finale degli Europei. Semplicemente un periodo in cui gli gira storto, come avviene ciclicamente per gli attaccanti: Lorenzo è ancora bloccato, nessun gol nelle prime sei partite ufficiali tra campionato e Champions ma già alcune giocate decisive, come i due assist in fotocopia regalati a Callejon contro Palermo e Bologna. Ma il gol è un’altra cosa, soprattutto per uno abituato a segnarne e che in questi primi due mesi, amichevoli comprese, si è dovuto accontentare di un solo guizzo, il pallonetto contro l’Entella, nell’ultimo test degli azzurri in Trentino. Scalpita Lorenzo, in tutti i sensi: in questa stagione il ballottaggio con Mertens è diventato ancora più serrato con il belga che anzi è partito un passettino più avanti con la doppietta firmata nell’esordio a Pescara. Ma Insigne è uno che dà equilibrio alla squadra in maniera speciale e che a differenza di Mertens nelle giocate d’attacco pensa alla soluzione personale ma anche molto a quella per i compagni. La sua condizione atletica è in crescita evidente rispetto all’inizio della stagione e ora più che mai vuole cancellare gli ultimi errori con un gol, magari decisivo. L’anno scorso lo segnò al Verona, al Bentegodi, ripetendo la prodezza dell’anno precedente, e ora mette nel mirino il Chievo, la squadra rivelazione di quest’avvio che ha solo un punto in meno rispetto al Napoli. Messa in un cassetto la questione del rinnovo contrattuale («A questo ci pensano i miei procuratori», ha dichiarato dopo la partita con il Bologna), manifestata ancora una volta pubblicamente la sua volontà, che poi è quella del club azzurro, e cioè rinnovare il più a lungo possibile il matrimonio. Vuole diventare una bandiera del Napoli, in verità già lo è, perché in questo momento Lorenzo è a tutti gli effetti uno dei leader nello spogliatoio azzurro. L’anno scorso di gol ne ha segnati 13, il suo record in maglia azzurra dopo i nove nella prima stagione con Mazzarri. Il gioco di Sarri ha esaltato le sue caratteristiche dopo le prime tre partite giocate l’anno scorso da trequartista, prima del cambio di modulo deciso contro la Lazio al San Paolo e il passaggio al 4-3-3. Con l’allenatore toscano è tornato ai migliori livelli della sua carriera, quelli con Zeman a Pescara. Tra voci sul suo contratto e l’accordo ancora da definire con la società, qualche problemino muscolare e la mancata convocazione di Ventura per le prime due partite dell’Italia l’avvio di stagione non è stato proprio felice. Lorenzo vuole svoltare con un gol, il numero 30 in maglia azzurra, magari da dedicare ai suoi tifosissimi nei Distinti che ogni volta al san Paolo s’inventano una coreografia diversa.
Fonte: Il Mattino