La sassata di Verdi aveva messo il timbro su una bocciatura ormai ratificata. Capro espiatorio, problema trascinato dallo scorso anno e dunque irrisolto. Così Pepe Reina, reclamato a furor di popolo poco più di un anno fa, dopo i patemi vissuti con Rafael e Andujar, si è trovato a vivere in prima persona i pericolosi sbalzi umorali del pubblico, prima troppo buono (ai limiti di un’ingiustificata esaltazione) oggi severo e pignolo, tanto da non perdonargli nulla. E le prime partite, condite da un po’ di indecisioni, aggravate dall’errore che la scorsa settimana ha concesso al Bologna di raggiungere il momentaneo pareggio, hanno di fatto rotto ogni freno inibitorio, scatenando polemiche pretestuose. L’età, avvalorata da una
carriera esemplare e invidiabile, gli ha permesso di non soffrire oltremodo il peso delle critiche, respinte a Marassi, laddove è tornato ad essere protagonista decidendo, con tre grandissimi interventi, l’esito della contesa. Lo zero a zero finale ha sancito l’atteso ritorno di Reina, abile a salvare nel finale le due occasioni capitate sul piede di Simeone che ha trovato sulla strada del primo gol in serie A i guantoni dell’estremo difensore spagnolo. E’ cambiato così il giudizio di una parte dei tifosi ma non le granitiche certezze del calciatore del Napoli che a fine partita ha commentato così la sua prestazione: “La vita del portiere è questa, bisogna essere forti mentalmente. Cerco di fare il massimo possibile, ma dietro di me c’è soltanto a rete. Certo, partite di questo tipo ci danno una mano”. Fonte: Il Roma