Proprio come lo scorso campionato, il Napoli è riuscito a mantenere la testa della classifica soltanto per una giornata. Se a Bologna, un anno fa, il Napoli perse in malo modo incassando tre reti e riaprendo la partita solo nei minuti finali, a Genova gli azzurri hanno creato le occasioni propizie per sbloccare il risultato e solo nel finale Reina ha dovuto mettere la propria firma per evitare una sconfitta beffarda, ammutolendo i mugugni di coloro che avevano cominciato a criticarlo in maniera eccessiva. Per la cronaca, la partita in casa del grifone, ottimamente messo in campo da Juric, è terminata a reti inviolate sebbene non siano mancate emozioni e colpi di scena. Rimanendo in tema di corsi e ricorsi storici, a Genova si è ripetuta la storia dei rigori non concessi alla squadra di Sarri. Proprio come avvenne un anno fa, l’arbitro della partita, il signor Damato, ha negato ben due penalty agli azzurri, contribuendo alla frenata infrasettimanale, che ha permesso a Juve e Roma di rosicchiare al Napoli due punti in classifica. Al di la del primato già sfuggito di mano, che lascia il tempo che trova, rimane la grossa amarezza nel constatare che sono già quattro i punti negati al Napoli per sviste arbitrali. Quattro punti in cinque partite rappresentano una media allarmante e se da altre parti si affannano a ricordare che, a fine campionato gli episodi a favore e quelli contro si compensano, dalle nostre latitudini non si riesce a digerire l’ennesimo torto subito, pur sapendo di essere tacciati come piagnoni. Genoa-Napoli, che ha offerto tratti di bel gioco e che ha visto le due squadre affrontarsi a viso aperto, ha lasciato strascichi polemici di cui se ne sarebbe volentieri fatto a meno. La polemica a distanza tra Sarri e De Laurentiis, con il tecnico oltremodo irritato per i torti subiti ed il patron che si è espresso con toni pacati sulla questione arbitrale, è tutt’ora nel vivo. Non si sono fatti trovare impreparati gli organi di stampa che si sono fiondati dentro la polemica, parlando di tensioni all’interno della squadra ed ipotizzando separazioni in casa tra il tecnico ed il presidente. Premesso che la reazione di Sarri è più che condivisibile, anche se esasperata nei toni, rimane l’oggettività del dato: al Napoli mancano quattro punti potenziali, punto e basta! Se l’atteggiamento di De Laurentiis è finalizzato ad abbassare il livello di polemica, salvo alzare la voce nelle sedi opportune, ben venga, viceversa si farebbe fatica a comprenderne il significato. Facendo un passo indietro e tornando alle dichiarazioni di Maurizio Sarri, si evince la sofferenza per una mancanza cronica all’interno della società: un dirigente che ci metta la faccia parlando a nome della squadra. Una falla nell’organigramma societario che si trascina da sempre. Se agli albori della rinata SSC Napoli, Pierpaolo Marino riusciva a sopperire a questa mancanza, all’indomani del suo addio questo problema nelle linee organizzative del club è venuto fuori. Da tempo sosteniamo che il Napoli, sebbene sia una società per azioni è gestita come una bottega di famiglia ed in fondo è proprio questo di cui si è lamentato il tecnico di Figline. A placare definitivamente le polemiche ci penserà la partita con il Chievo, in programma sabato sera nel catino di Fuorigrotta, nuova tappa del tour de force partenopeo. L’augurio è quello di vedere in campo qualche altro volto nuovo del Napoli, che possa far rifiatare qualche elemento che non si è risparmiato in questo primo mese di campionato. In particolare, Jorginho è apparso a corto di fiato e di idee e l’onnipresente Callejòn, sebbene insostituibile, andrebbe preservato per evitare che sopraggiungano i primi affanni di stagione. E questo auspicio lo rigiriamo al mister sotto forma di suggerimento sebbene solotanto lui ha ben presente lo stato di forma dei suoi ragazzi. Avanti Napoli, avanti!
Riccardo Muni