Con la stessa velocità con cui il Napoli ha guadagnato la vetta della classifica, così ha subito il controsorpasso della Juventus. Non si può certamente parlare di mal di trasferta, alla luce delle importanti vittorie di Palermo e di Kiev. Gli stop di Pescara e Genova, comunque, lasciano in dote segnali completamente diversi. Nella prima gara della stagione, infatti, l’undici di Sarri ha pagato lo scotto della preparazione, subendo l’onda d’urto avversaria per l’intera prima frazione di gioco, prima di riprendere le redini del match nella ripresa. A Marassi, invece, i partenopei sono apparsi privi di idee: pochi gli spunti, altrettanto rare le conclusioni verso la porta difesa da Perin. Dopo aver realizzato la bellezza di 14 reti in 5 gare tra campionato e Champions, le bocche di fuoco partenopee sono rimaste inaspettatamente a secco. A frenare gli azzurri, oltre all’aggressività dei cugini rossoblu (20 i falli commessi dalla squadra di Juric), sono stati anche gli errori arbitrali: in terra abruzzese, difatti, era stato Giacomelli a fischiare e poi revocare un rigore netto a Zielinski sul risultato di 2-2; contro il Genoa, invece, ci ha pensato Damato a negare al Napoli due penalty abbastanza evidenti. Nonostante l’ira di Sarri e dei tifosi, come sottolineato dal patron Aurelio De Laurentiis, la squadra non deve cercare alibi: in Liguria la prestazione è stata inferiore agli standard a cui Hamsik e compagni ci hanno abituato. Il ciuccio, dopotutto, ha più volte rischiato di capitolare, salvato dagli interventi miracolosi di un redivivo Reina. Che sia stato il primo posto in classifica a congelare l’iniziative degli azzurri? Speculazioni. Per ora, non resta che affidarci alla sapienza del dr Sarri, unico in grado di trovare il giusto farmaco per rivitalizzare i suoi ragazzi.
Calcio in pillole, rubrica a cura di Umberto Garofalo
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