Non si può giocare con il peso di un errore arbitrale come quello commesso da Damato dopo 8′: Ocampos ha abbracciato il pallone ma lui non ha fischiato il rigore in quell’area dove quasi un anno fa – primo novembre 2015 – il suo collega Doveri non sanzionò lo strattone di Burdisso a Higuain. È bene sollecitare subito l’attenzione della Federazione e del designatore affinché non vi sia alcuna ombra sul campionato: il primo ad attendere un intervento della società è Sarri, stanco di essere l’unico ad alzare la voce in un club dove De Laurentiis decide tutto, concedendo o togliendo la parola. L’allenatore ha polemizzato con Damato, che a venti minuti dalla fine non ha fischiato un altro rigore (Milik trattenuto da Orban), ma anche con i suoi dirigenti, evidentemente insoddisfatto per come funzionano le cose e in effetti non è giusto che ad esporsi sia lui perché le battaglie politiche – auspicabilmente seguendo un filo logico e non un interesse del momento – e la difesa dei diritti del Napoli spettano a De Laurentiis. Sarebbe opportuno muovere passi dopo Genova. C’è stato già un dubbio episodio nella prima partita a Pescara, quando sul 2-2 l’arbitro Giacomelli aveva concesso un rigore agli azzurri, salvo poi tornare sulla decisione accogliendo l’indicazione dell’addizionale Rocchi. Il Napoli ha il diritto di essere trattato alla pari delle altre. Dell’altra, della Juve: è soltanto un caso che questi errori siano accaduti nella partita successiva al primato degli azzurri? A pensare male si fa peccato ma ci si può azzeccare. Dopo la mancata assegnazione del primo rigore il Napoli non ha perso la concentrazione. Ha tenuto alto il ritmo e si è lanciato nell’area del Genoa, portando avanti anche Hysaj e
Koulibaly, proprio mentre la Juve demoliva il Cagliari. Ha rivisto la luce, cioè il gol, Higuain, quello sfiorato nel primo tempo a Marassi da Hamsik (traversa) e Milik (respinta di Perin su colpo di testa, unica insidiosa giocata del polacco). La forte spinta offensiva, in cui vi erano però giocate troppo leziose di Mertens, non provocava squilibrio in campo: il Napoli concedeva poco al Genoa e nell’unica palla vagante nell’area piccola era tempestivo Reina a deviarla. Le vere prodezze del portiere sarebbero arrivate nel finale, entrambe sul figlio dell’allenatore dell’Atletico Madrid. Gli azzurri non sono riusciti a sbloccare la partita perché ci sono state frenesia nelle giocate e imprecisione al tiro. Sarri ha tolto Mertens, sotto tono, e inserito Insigne; quindi ecco Zielinski e Gabbiadini. Il prodotto non è cambiato e Lorenzo ha sprecato l’occasione per diventare protagonista della serata calciando male su Perin. Questa la prima partita finita senza reti, un peccato perché è stata nelle mani degli azzurri, che dopo quattro giorni hanno riconsegnato alla Juve il primo posto. È il primo rimpianto della stagione, a prescindere dall’arbitraggio. Fonte: Il Mattino