«A Cesena per la prima volta mi sono sentito sicuro di questa squadra, siamo stati molto equilibrati in campo e questo testimonia che c’è stata una crescita». Fabiani prova a guardare il bicchiere mezzo pieno. Deve farlo. Pur subendo quattro nitide palle gol dall’undici di Drago la Salernitana vista al Manuzzi è apparsa oggettivamente più compatta e battagliera. In difesa non ci sono state sbavature, Ronaldo ha fatto molto
bene a centrocampo e per la prima volta in questo campionato la squadra di Sannino non ha preso gol. Segnali di ripresa, dunque, dopo due sconfitte consecutive ed una marea di errori difensivi. Ma non basta. Al Manuzzi la Salernitana non ha mai tirato in porta, palesando, nonostante Rosina, i limiti attuali negli ultimi trenta metri. Sannino, tenendo in panchina Coda e Donnarumma, ha lanciato un chiaro segnale ai due attaccanti.
SCELTA. Una scelta coraggiosa, che il dg Fabiani ha condiviso: «A Cesena era importante muovere la classifica dopo due sconfitte. Neppure un tiro in porta? A volte le gare si impostano anche sugli errori degli avversari: se non ci sono errori, non si riescono a costruire palle gol. Al Manuzzi ho visto un’ottima squadra al di là dei tiri in porta fatti o meno, anche perché di fronte avevamo il Cesena. Tutti i reparti hanno funzionato bene. Joao Silva? Può essere criticato, ma bisogna valutare il lavoro oscuro che ha fatto».
Corriere dello Sport