Donadoni deve aver visto pochi frame della partita vinta dal Napoli a Palermo perché Callejon ha segnato lo stesso gol, piazzando di testa il pallone servito da Insigne, andato poi vicino due volte al raddoppio. Ma la squadra non ha avuto la capacità di impadronirsi della partita e di chiuderla. Baricentro più basso, intensità più ridotta, ad inizio ripresa gli azzurri chiusi nella loro trequarti dal Bologna, che ha trovato il pari con Verdi: grande tiro dalla distanza ma soprattutto grande errore di Reina, incredibilmente immobile su una conclusione centrale. Dopo quattro minuti Pepe era riuscito ad evitare il beffardo gol dell’ex Dzemaili, però la svista nella ripresa ha rischiato di pesare sulla serata. Lo spagnolo non dà più sicurezze: ma che gli succede? Raggiunto dal Bologna, Sarri ha messo il punto alla brutta serata di Gabbiadini dopo un’ora e l’inserimento di Milik è stato decisivo per portare nuovamente il Napoli in vantaggio e davanti alla Juve. Le gerarchie sono chiare, al di là del turnover che può essere necessario quando ci sono impegni di campionato e Champions a distanza ravvicinata: Manolo, confortato dall’applauso dei tifosi (ma, gonfio d’amarezza, ha evitato il cinque di Insigne), deve accontentarsi della panchina, come accadeva quando c’era Higuain. La risposta del giovane polacco è stata da campione vero. Ha segnato in undici minuti un’altra doppietta – la terza, stavolta di piede – sfruttando il servizio di Hamsik e poi con un tiro dalla lunga distanza. Prodezze che hanno acceso il San Paolo, preoccupato di dovere assistere a un finale di sofferenza. E invece tutto è diventato più facile con Arkadiusz, che non ha paura di confrontarsi con i fantasmi del passato (Higuain) e del mercato (Icardi o Morata). Ha carattere e classe, questo ragazzo, che oggi con i suoi compagni scoprirà se il primato in serie A è durato una notte o se si è ufficialmente riaperto il duello con la Juve per lo scudetto 2017. Poco pubblico a Fuorigrotta, circa 20mila, il numero di spettatori ipotizzato da De Laurentiis – fisicamente sempre più lontano dal Napoli – per il suo stadio-teatro, un super club esclusivo in cui evidentemente non potranno entrare i tifosi meno abbienti, frequentatori delle curve. Tra questi ci sono coloro che hanno esposto striscioni contro il presidente sui muri della città ad inizio agosto, provocandone profonda amarezza. L’annuncio dello stadio-teatro è un’idea o una provocazione? Fonte: Il Mattino