Elencandoli si fa fatica a seguire un ordine prestabilito. La si butta lì: Hamsik, Allan, Diawara, Rog, Zielinski, Jorginho. Gli ultimi non saranno i primi perché i primi sono primi solo in teorica. Gioco di parole a parte, il concetto di fondo, sposato da Maurizio Sarri, è che nessuno, quest’anno, potrà sentirsi sicuro di un posto da titolare.
Non lo è Allan, ad esempio. Era insostituibile fino alla scorsa stagione, ora è uno dei tanti, prezioso come gli altri, con peculiarità tutte sue ed altre caratteristiche simili ai colleghi di reparto. A Palermo è stato scalzato da Zielinski, uno di quelli che, seppur giovane, non ha avvertito il peso delle responsabilità e s’è subito inserito alla grande nel 4-3-3 azzurro. Probabilmente toccherà ancora a lui sabato sera, contro il Bologna, ma al posto di Hamsik, che mai s’è fermato da inizio stagione. Rotazioni, appunto. Giocatori trasferiti da una parte all’altra del campo con estrema coerenza da
Sarri, che deciderà di volta in volta in base alla caratura dell’avversario, alla condizione (psico)fisica dei suoi, alle circostanze del momento. La Champions League sottrae energie invisibili e l’unica soluzione all’inevitabile calo è una rosa profonda, da gestire sapientemente, quasi con filosofia. Fonte: Il Roma