La vittoria del Napoli in rimonta a Kiev, all’esordio stagionale in Champions, non è servita a placare le critiche ad allenatore e squadra rei, a dire di molti opinionisti, di non aver brillato nel gioco. Mentre per qualsiasi altra squadra, la vittoria in trasferta in Champions farebbe parlare di impresa, nel caso del Napoli il risultato non conta, ma si parla solo di qualche fase di gioco non propriamente brillante. Piuttosto che gioire per un successo più che meritato, oltre che di prestigio poiché regala lustro al calcio tricolore, si sono scatenate critiche aspre ed ingenerose. Dalla fine dello scorso campionato il Napoli è oggetto di critiche, che fanno da contraltare ad elogi troppo generosi (…oppure vane speranze?…) dispensati alle cosiddette big del nostro calcio. Da un lato, i media hanno parlato del mercato azzurro volto al ridimensionamento, accecati dall’addio di Higuaìn, dall’altro hanno profetizzato un triplete bianconero, la rinascita delle milanesi del nuovo corso orientale e la Roma che si dovrebbe confermare unica compagine in grado di contrastare lo strapotere bianconero. Prendiamo nota e facciamo un nodo al fazzoletto. Guardando i primi responsi del campo, balza agli occhi che se in Italia la Juve viaggia a punteggio pieno, in Europa fatica in casa con il Siviglia non riuscendo a spingersi oltre lo 0 a 0. E’ stata proprio la partita di Champions a fare emergere tutti i limiti del gioco di Allegri, sufficiente in Italia ma assolutamente non all’altezza delle squadre spagnole, tedesche ed inglesi. La Roma viene mantenuta a galla da ben cinque rigori concessi in quattro partite (un record?) e deve aggrapparsi alle gesta di un quarantenne, mentre le milanesi viaggiano con le marce bassissime, facendo figuracce internazionali contro modesti avversari. Eppure, le critiche più aspre ed antipatiche vengono mosse alla squadra di Sarri. Critiche da voltastomaco che vanno oltre le gesta degli azzurri sul rettangolo di gioco. Nonostante lo stesso Sarri, all’esordio in Champions, abbia ammesso che in alcune fasi di gioco, a Kiev, la squadra non ha fatto quello che l’allenatore gli chiedeva di fare, le critiche di gente come Arrigo Sacchi sono continuate in maniera piccata. Francamente, questo tritacarne mediatico che coinvolge il Napoli, senza tenere conto dei risultati ottenuti, comincia a stancare, così come ha dato il voltastomaco l’aria funerea che è serpeggiata tra alcuni commentatori televisivi, al triplice fischio di Kiev. La verità emersa nelle prime settimane della nuova stagione è che la squadra azzurra viaggia già a buona velocità, nonostante la condizione fisica non sia ancora al top (…e non potrebbe essere altrimenti…) e se il filotto di quattro vittorie su quattro partite, tra campionato e Champions, non è stato ottenuto, è solo per quel rigore prima concesso e poi revocato nella partita di Pescara. Gli azzurri hanno il vantaggio di non poco conto di partire conoscendo già il Sarri-pensiero, un anno di rodaggio che si vede eccome. E la partenza a razzo avrà il suo grosso peso a fine campionato. Il mercato del Napoli è stato un mercato intelligente, che ha consegnato al tecnico di Figline valide alternative in panchina e finalmente una squadra completa in tutti i reparti. Se è vero che manca un bomber di grossa caratura, è altrettanto vero che il concetto di titolarissimi o fedelissimi, coniato durante la passata stagione, può finire in naftalina nel corso della stagione attuale. Cosa dire di Milik? In molti lo hanno troppo frettolosamente etichettato come inadatto al nostro calcio perchè ‘…segnare in Italia è ben più difficile che segnare in Olanda…’. Senza fare voli pindarici e, tanto meno, voler sobbarcare sulle spalle del centravanti polacco enormi responsabilità, aspettiamo impazienti di capire se le due doppiette realizzate finora siano solo un fuoco di paglia oppure un primo, importantissimo, biglietto di presentazione. Il tour de force continua e Sarri potrà finalmente testare gli altri cinque volti nuovi, centellinando le risorse per evitare il fiatone di alcuni elementi come accaduto durante la passata stagione. Un test importante per apprezzare fino in fondo la bontà delle operazioni di mercato, fatte passare in secondo piano dal tradimento del numero nove. Avanti Napoli, avanti!
Riccardo Muni