Il mercato femminile quest’estate è davvero interessante, molte squadre si stanno rinforzando sia per lo scudetto che per restare in massima serie e questo renderò il campionato ancora più intrigante e desterà molta curiosità. Una delle compagini che può dire la sua è il S.Zaccaria che ha acquistato in attacco Samantha Zandomenichi e ilnapolionline.com l’ha intervistata sul momento della squadra di Ravenna e sul movimento femminile in generale.
Cosa ti ha convinto nell’accettare la destinazione S.Zaccaria? “La squadra del San Zaccaria mi ha sempre fatto una bella impressione, anche da avversaria. La società ha un bel progetto e degli obiettivi che portano al miglioramento ed è per questo che ho scelto la compagine ravennate”.
Negli ultimi anni, dopo le prime 4 della classifica, il S.Zaccaria ha chiuso il campionato nelle prime 10 posizioni. Cosa ne pensi a riguardo? “Sicuramente la squadra ha molte giocatrici di qualità e non è da sottovalutare l’aspetto della mentalità. Sia che si giochi contro una neopromossa o contro la prima in classifica, la concentrazione non deve mancare. Probabilmente questo ha permesso alla squadra di piazzarsi bene in classifica”.
Di ruolo sei attaccante, ma in passato hai anche giocato in altre zone del campo? “Come hai detto tu, sono la classica prima punta, ma ho anche giocato come esterno in un attacco a tre. Sono a disposizione del mister, dove lui mi vorrà far giocare io saprò adattarmi”.
Per i primi posti della classifica c’è una tua favorita al titolo finale oppure sarà una lotta incerta fino alla fine? “Sinceramente è difficile da dire. Quest’estate ci sono stati molti movimenti di calciomercato davvero interessanti. Sicuramente le 3 favorite sono Brescia, Verona e Fiorentina, preferisco non sbilanciarmi”.
Secondo te ci sono stati dei progressi sul movimento femminile in generale? “Il calcio femminile ha ancora tantissima strada da fare, pian piano sembra che le cose stiano migliorando, un passetto alla volta noi giocatrici stiamo ottenendo cose che fino a qualche anno fa erano impensabili. Servono anche visibilità e fiducia nel movimento e su questo c’è da lavorare ancora”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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