Dino Zoff è un uomo “record”. Ne ha stabiliti tanti,ma quello a cui tiene di più è senza dubbio quello delle 330 partite consecutive in campionato perchè “vuol dire che c’ero sempre, ero lì nel bene e nel male”. Non si è mai considerato un profeta «perché nel calcio quasi sempre basta il buon senso per poter vincere. Come ha fatto il Napoli a Kiev l’altra sera».
Ma senza avere in pugno saldo la partita… «E allora? Non era il Bayern, non era il Barcellona, ma contro c’erano comunque i campioni ucraini che formano l’ossatura della nazionale di quel paese. Non dico che era una formazione imbattibile, ma neppure una squadra modesta. E in ogni caso, giocare lì non deve essere una cosa semplice».
Dunque, evviva anche il Napoli quando si difende? «Quando si difende e vince. L’essenzialità in certi momenti è un segnale di grande forza. Non si deve per forza vincere ogni volta dando spettacolo».
Impressionato da Milik? «Soprattutto dal fatto che è uno che sembra non partecipare molto al gioco di squadra, ma appena ha l’occasione per fare gol non se la fa sfuggire. Molto cinico e determinato. Peraltro, anche piuttosto giovane».
Non è facile mettersi alle spalle Higuain? «Non lo è, ma per un attaccante segnare è il modo migliore per scrollarsi di dosso rivalità e paragoni. Poi è il destino dei grandi campioni quello di essere sempre al centro delle attenzioni».
(Il Mattino)