Partiamo dai paragoni. Higuain una doppietta in Champions l’ha realizzata solo dopo 4 partite della fase a gironi: al San Paolo con il Marsiglia. Ed Edinson Cavani (che pure ha segnato due gol all’esordio nel preliminare di Europa League in casa dell’Elfsborg) di partite in Champions prima di firmare una doppietta ne ha dovute giocare cinque: al Manchester City. Ad Arkadiusz Milik bastano e avanzano invece 45 minuti. Anzi, uno in più perché il secondo segnato nel recupero. A Kiev. Una partita speciale, questa, anche perché qui Higuain, 16 mesi fa, con il Dnipro con i suoi errori aveva invece condannato gli azzurri all’eliminazione. «Sì, per me è stata una notte magica: alla prima in Europa con il Napoli è come vivere un sogno segnare due gol». D’altronde, il polacco non ha mai amato guardare passare i treni e farli ripartire senza di lui: ogni volta che ne ha visto passare uno, ci è salito su. Figurarsi dunque se ora si lascia scappare la grande occasione del Napoli. 22 anni e già 135 partite giocate: dalla Polonia alla Germania, dall’Olanda all’Italia. Dal 2011 a oggi ha cambiato 5 squadre, passando dal Gornik al Bayer Leverkusen, dall’Augusta all’Ajax fino ad approdare a Napoli. Non ha mai visto ripartire un treno senza di lui. Mai. Sempre un passo avanti, sempre più su. E ogni volta valanghe di gol e di elogi. «La squadra è stata perfetta, abbiamo affrontato la Dinamo Kiev con molta intelligenza: questa non era una partita semplice, lo sapevamo. Ma abbiamo avuto la tranquillità di aspettare il momento in cui colpire», dice Milik. Ha segnato con due gol di testa (il primo di nitida bellezza), che non hanno lasciato scampo alla Dinamo Kiev. Anche quando è arrivata la chiamata del Napoli, Milik è salito al volo sul predellino. E a bordo dello scompartimento di lusso, sta ringraziando a modo suo. Segnando. Fanno quattro da quando veste la maglia azzurra. Doppietta che pesa a tonnellate. Perché tira fuori il Napoli da una situazione pestifera perché il Napoli a Kiev era sotto per 1-0. È un timido, uno che tace molto e lavora ancor di più. «Torniamo in Italia con il sorriso sulle labbra perché abbiamo vinto in casa di un avversario molto forte che farà molto bene nel girone di Champions». Sarri ha visto ancora una volta bene preferendo Milik a Gabbiadini. È chiaro, dunque, che il dado è tratto: per Sarri la prima scelta è il polacco. Ed è difficile ora scompigliare questa gerarchia. «Ma io sono tranquillo, non mi spaventa l’idea di essere diventato il nuovo idolo dei tifosi azzurri. È una cosa che mi rende felice». Il fanciullo polacco è tutto tranne che uno sprovveduto: questo ruolo di erede di Higuain gli piace e non lo spaventa. Nessuno si deve far ingannare dalle apparenze e dalle parole: è una specie di vecchio lupo, con tante esperienza, nonostante l’età da ragazzino. Alla sua sesta presenza in Champions che ha giocato con l’Ajax. E alle spalle un Europeo da titolare. «Il cammino in Champions è molto difficile, è importante essere partiti con il piede giusto e con questi tre punti su un campo non semplice: è stata una notte magica per me e per tutto il Napoli. Ora pensiamo al campionato e al prossimo impegno di sabato».
Fonte: Il Mattino