Due volte Milik. Sono quelle che bastano in serate cosi. L’Ucraina battezza l’esordio Champions di Milik che è essenziale, puntuale, preciso e non tradisce nel momento più delicato della gara. E’ Milik il ponte di un Napoli che si ritrova nel gioco e si convince che al di là della linea di confine esiste chi da compimento a tutti gli sforzi degli Hamsik, Mertens, Callejon e Jorginho. Milik completa il Napoli perché si mescola con i compagni e ne trae il meglio dal loro continuo lavoro. Il polacco esiste quando il Napoli decide di giocare il suo calcio. Ha senso quando la squadra attacca dai lati perché trova la posizione giusta in area quando i cross sono come quelli di Ghoulam in occasione del pareggio, baciati. Non sarebbe Milik senza la corsa di Callejon e le discese di Ghoulam. Senza Jorginho che fa girare una squadra alla quale Mertens regala cambio di passo ed un palo che sa di clamoroso. Si raccoglie intorno al polacco un Napoli che ha vissuto un incubo di una notte di mezza estate ritrovandosi nel buio di ogni incertezza. La colonna sonora della Champions sa di sacralità questa sera per il polacco arrivato dall’Ajax. Due goal , risultato di tutto quello che c’è intorno a lui. Presenza costante di una squadra che ha saputo trovare se stessa anche ragionando in altri modi e trovando altre vie. Aria di Champions, tre punti d’oro.
A cura di Alessandro Tullio