L’intervista Il brasiliano: subito due squilli per far capire a tutti di che pasta è fatta questa squadra. Eccolo ai microfoni de Il Mattino:
«In Italia i trofei si conquistano in trasferta»
dice l’indimenticato Careca che con il suo Napoli ha scritto pagine memorabili lontano dal San Paolo.
«Mi vengono in mente un bel p’ di ricordi, ad esempio i cinque gol in casa della Juventus e la vittoria in coppa Uefa, quando sbancammo Monaco prima e Stoccarda poi. Ma anche il primo scudetto era stato costruito essenzialmente in trasferta. Io non c’ero ma tutti sanno che dopo la vittoria di Torino il Napoli non mollò il primo posto fino alla fine».
Semplici, quasi scontate le linee guida per arrivare fino in fondo. «Subire pochi gol e fare parecchi punti lontano da Napoli. Tanto in casa le vittorie arrivano quasi sempre, Fuorigrotta è un fortino, oltre ad essere una trappola per gli avversari. Per le rivali non è mai un piacere scendere in campo al San Paolo».
Siamo alla solita questione, conta avere l’attacco o la difesa migliore? «È chiaro che se fai sempre un gol più degli altri vinci le partite. Ma in Italia il discorso tattico è più completo, la fase difensiva viene messa davanti a quella offensiva da parecchi allenatori. Di conseguenza gli scudetti è più facile vincerli in difesa. Il Napoli negli ultimi anni ha avuto quasi sempre un attacco più prolifico della Juventus ma non è arrivato davanti ai bianconeri».
Lo scorso anno in trasferta sono stati sprecati punti preziosi e decisivi. «La differenza furono gli scontri decisivi. In casa dell’Inter, della Juventus, della Roma si perse lo scudetto. E mettiamoci anche le sconfitte di Udine e Sassuolo. Questa volta bisognerà cambiare marcia».
È una questione di mentalità o altro? «La mentalità vincente è la prima cosa, non deve mai mancare altrimenti non si va lontano. È quella che più di ogni altra squadra ha dimostrato di possedere la Juventus: per i bianconeri non fa differenza giocare in casa o fuori, la loro voglia di vincere non conosce soste».
Questo Napoli ha i mezzi per migliorarsi lontano da casa? «Sulla carta sì, la squadra mi pare notevolmente rinforzata. Mi aspetto grandi miglioramenti dal centrocampo, che adesso è il reparto meglio assortito e dove è più facile trovare alternative di pari livello. La tecnica è importante però, ripeto, è nella testa che si deve avere una marcia in più. I giocatori devono convincersi della propria forza e Sarri deve allenare anche il modo di pensare, oltre al lavoro in campo».
Tevez, Gabigol e Caio gli ultimi suggerimenti (inascoltati) che Careca aveva dato a De Laurentiis. «Tevez si poteva prendere, su Gabigol bisognava essere più veloci della concorrenza. Caio si potrebbe ancora fare, è un buon difensore, pronto per l’Europa. A Castel Volturno sanno benissimo che devono soltanto chiamarmi, io sono a disposizione. Per il Napoli lavorerei gratis, l’ho detto anche in passato. Ma se non mi chiamano…».
Il Napoli riparte da Palermo e da Kiev. «Due trasferte, ci vogliono due vittorie per mettere subito le cose in chiaro in campionato e in Champions. La squadra c’è e deve dimostrarlo. Se gioca come sa possono arrivare due vittorie. Sarebbe un bel segnale di forza per gli avversari e di grane stima per il gruppo».
Tratto da Il Mattino