La nazionale spagnola prepara il primo match di qualificazione per il mondiale 2018 con il Liechtenstein in quel di León, a 350 chilometri dalla capitale Madrid, dove 34 anni fa ebbe i suoi natali Pepe Reina. Il portiere azzurro è l’elemento più esperto tra i convocati dal nuovo tecnico iberico Julen Lopetegui, in passato portiere anche del Barcellona, squadra nella quale iniziò la carriera del numero uno del Napoli che dal ritiro di Las Rozas si dimostra fiducioso di questo nuovo ciclo ma senza dimenticare la città che lo ha adottato.
Come ci si sente a tornare in nazionale dopo oltre due anni? «Come sempre l’entusiasmo è grande ogni volta che vengo convocato. Sono orgoglioso di poter far parte di questo gruppo e di essere uno dei cambi proposti dal nuovo allenatore».
Questo inizio di stagione è stato foriero di molte critiche alla difesa del Napoli. Cosa ne pensa? «La difesa non è composta solamente dai quattro difensori e dal portiere. Alla fine difendiamo e attacchiamo tutti e logicamente può capitare che si cominci un po’ con qualche errore, nonostante l’anno scorso avessimo inanellato una serie di partite senza incassare alcun gol. Nel calcio le tendenze cambiano, la squadra non è ancora al top ma sono soddisfatto dei quattro punti conquistati finora e sono convinto che cresceremo».
Parlando di difesa, dopo un’estate piena di rumors, Koulibaly ha deciso di restare e pare voglia rinnovare il contratto. «Mi sembra una notizia fantastica che sia rimasto. Per noi che lottiamo lì dietro è un giocatore chiave».
Sono arrivati tanti giocatori nuovi, soprattutto a centrocampo. Cosa potranno dare al Napoli questi nuovi rinforzi? «Sarà un anno impegnativo e con molte partite. Credo dunque che la rosa si sia rinforzata e le alternative potranno essere maggiori durante tutta la stagione».
Milik è partito fortissimo con la doppietta al Milan. Come vede il suo arrivo in squadra? «Bene, credo che potrà aiutarci molto nell’immediato futuro. È un calciatore dall’ottimo carattere, con un comportamento esemplare e sicuramente farà molto bene. È tra i suoi «incubi» in allenamento? «Ah no, in allenamento sono tutti quanti il mio incubo. (ride). Partendo da Dries (Mertens) fino a Marek (Hamsik). A parte tutto credo che ora che è finito il mercato ci stiamo compattando e concentrando per quello che verrà, che non è uno scherzo».
Dopo essere tornato in nazionale, tornerà anche a giocare in Champions League. Che ne pensa del gruppo di squadre toccate al Napoli? «Si tratta di un gruppo sicuramente competitivo. Non vedo nel lotto una squadra chiaramente favorita e tutti possono vincere con tutti. Logicamente il Benfica, testa di serie, ha maggiori possibilità di passare sulla carta, ma in generale è un girone omogeneo».
Nella sua carriera ha già affrontato sia il Benfica che la Dinamo di Kiev e il Besiktas. Qual è il campo più ostile tra questi? «Non ho dubbi, quello del Besiktas (il Vodafone Arena). Giocammo in quello stadio nel 2007 con il Liverpool (la partita finì 2 a 1 per i turchi ndr) e appena entrati allo stadio ci rendemmo conto di quanto quell’ambiente era infernale e duro da combattere”.
Lei e la sua famiglia siete ormai di casa a Napoli. L’allegria dei suoi figli nei dopopartita è palpabile e portano tutti le magliette del Napoli col suo nome. «Si trovano tutti molto bene e ormai si sono adattati perfettamente. Parlano anche italiano e si sentono ormai a casa a Napoli».
Come ha vissuto l’addio di Higuain e cosa ne pensa al riguardo? «Non credo ci sia bisogno di parlare ancora di Higuain. Senza di lui magari sarà Callejón a dover fare più gol, come nel nostro primo anno insieme a Napoli… Tutti possono fare più gol e devono fare del loro meglio, soprattutto ora che non c’è più l’apporto realizzativo del Pipita».
Per concludere, che messaggio vuol lanciare ai tifosi del Napoli per questa stagione? «Un po’ quello che dico ogni anno: che nel bene e nel male la maglia azzurra è l’unica cosa che conta e la onoreremo fino alla fine».
Tratto da Il Mattino