Stadio Collana – Basta poco per intrufolarsi indisturbati nelle palestre

Una targa posta sul muro, lungo via Giuseppe Ribera al Vomero, ricorda che lì un tempo, c’era una struttura polisportiva attualmente

dimenticata e negata ai napoletani. Comune di Napoli si legge, Arturo Collana. Oggi alzando gli occhi verso queste poche lettere, si ha come l’impressione di leggere una lastra commemorativa. E forse è così. Nulla più rimane dell’impianto sportivo che ospitò le partite del Napoli di Giorgio Ascarelli. Di quell’antico tempio del calcio che vide le prime grandi imprese agonistiche della squadra partenopea. Guardando con attenzione, le strutture fatiscenti ed i numerosi varchi d’accesso alle tribune in piazza Quattro Giornate, si ha ancora la sensazione di sentire le urla festose del pubblico. Di vedere gruppi di tifosi ed appassionati affollare lo spiazzo in attesa di accedere al rettangolo di gioco. Queste però, sono solo sensazioni. Percezioni di un periodo che non c’è più e che riecheggia nelle menti di chi al Collana ci è andato ogni domenica sino alla fine degli anni cinquanta. Lo stadio adesso, risulta chiuso al pubblico e l’accesso alle sale interne viene negato ai cittadini più curiosi, dai custodi e dai dipendenti della Napoli Servizi. Ma forse non proprio a tutti. Basta poco infatti, per entrare indisturbati negli spazi delle vecchie palestre ed affacciarsi su quella che ad un primo sguardo appare come una triste realtà parallela. Accedendo all’androne principale, sempre da via Ribera, si respira aria di abbandono e desolazione. La guardiola sulla sinistra della grande scalinata, risulta sguarnita ed alle sue spalle i pochi raggi di sole che passano oltre gli alberi e le gradinate esterne, illuminano i sedili in plastica di una sala d’ingresso sempre più deserta. Uno strano ed innaturale silenzio accompagna il cammino verso le stanze vuote e le palestre ormai chiuse. Solo i cartelli ed i manifesti dei corsi di atletica, lotta e danza, ricordano le attività svolte sino a poco tempo fa nelle sale ormai buie ed abbandonate. L’eco dei passi sulle scalinate è l’unica cosa che è possibile percepire durante il cammino. Nessun altro rumore infatti, si avverte lungo il percorso che conduce al piano superiore. Una volta giunti alla gradinata sovrastante poi, lo scenario è di quelli peggiori. Tappeti per esercizi, anelli e sbarre per ginnastica artistica, oltre a decine di altri attrezzi, riempiono una enorme sala di atletica occupata solo dalla polvere. Immediatamente accanto, una porta antipanico chiusa a chiave mostra il degrado che avvolge tutta l’area esterna del campo di calcio e della pista di atletica leggera. Solo lì, al secondo piano dell’edificio, si avverte la presenza del personale addetto alla pulizia. Di quelle uniche persone che oggi vivono le palestre dello stadio Collana. Nulla più insomma, rimane di quello che un tempo era un punto di ritrovo e di allenamento per oltre ottomila atleti che oggi, sono costretti ad usufruire di altre strutture cittadine. Anche nel varco d’accesso su vico Acitillo, la situazione è la stessa. Solo una ve vettura del personale addetto alla sorveglianza è parcheggiata nell’area transennata e fatiscente alle spalle del campo di calcio. Una realtà alternativa quindi, è quella che si vive oggi all’interno degli spazi del stadio vomerese. Di quel tempio dello sport, oggi teatro del degrado.

Fonte: Il Mattino

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