Un paio di bordate all’Atalanta, che per 6 anni lo ha spedito a giocare in prestito in 8 club diversi; tanti complimenti a Castaldo che sarà il suo diretto concorrente. E poi
l’entusiasmo di tuffarsi in un ambiente che conosceva solo da avversario. «Oddio, quanti siete», ha detto presentandosi in sala stampa. Abituato a frequentare piazze con minore attenzione mediatica, ha trovato subito la carica giusta per dire: «Ho sempre desiderato giocare in una squadra del Sud. Sono milanese ma mi sento un passionale come i meridionali, focoso e determinato, con grande temperamento. Mi piacciono i derby e le rivalità, sportivamente parlando. A Perugia è molto sentito il derby contro la Ternana e segnare al Liberati è stata una vera goduria. Qui potrò giocare due confronti attesissimi, contro Benevento e Salernitana che per me rappresenteranno uno stimolo ulteriore visto che entrambe le società avevano avviato una trattativa ma l’Avellino è stato più concreto, ha creduto in me e mi ha portato via dall’Atalanta. Sono felicissimo di aver firmato un triennale che si concluderà quando avrò 33 anni».
IL NUMERO. Per questo ha scelto quel numero, per ricordare quando dovrà andare via dall’Avellino. «Mi sentivo un emigrante, sempre con la valigia pronta, mandato qui e là in prestito. Anche per questa precarietà il mio rendimento non è stato continuo». Conta di esordire domenica sul campo della Virtus Entella. «Sto bene, ho svolto il ritiro con l’Atalanta, ho tanta voglia, mi sento carico al punto tale che ce la farei a giocare pure due partite di fila».
INSIEME A CASTALDO. In attacco dovrà battere la concorrenza di Castaldo, hanno caratteristiche simili. «Nessuno ha il posto assicurato, deve essere così e so che Toscano la pensa in questo modo. Lo conosco da avversario e so che è molto bravo. Castaldo è un attaccante forte, non riesco a capire perché non sia arrivato in A. Mi piace il suo modo di giocare, ritengo non sia una prima punta fissa ma è un importante per la squadra perchè fa movimento e credo che possiamo coesistere, non ci sono problemi». L’obiettivo personale è di arrivare in doppia cifra. «Non vedo l’ora di giocare e di segnare: per me è fondamentale. Sono passionale ed esulto molto, magari gli avversari la prendono male ma non riesco a contenermi. Il mio interesse primario è che l’Avellino possa ottenere la salvezza. Dopo tanti anni di B ho imparato che i proclami, gli obiettivi e i programmi sono semplici teorie rispetto alla pratica. Posso solo promettere tanto impegno, da parte mia, e di non mollare fino al termine della partita». Corriere dello Sport