L’approfondimento – di R. Muni: “Il Napoli e quel mercato diverso”

Tre anni fa, all’indomani della partenza di Cavani alla volta di Parigi, la reazione del patron De Laurentiis fu istintiva, una reazione di pancia ed una quarantina di milioni, dei sessanta incassati dalla clausola del Matador, fu investita per portare a Napoli Gonzalo Higuaìn, in rotta con il Real. Tre anni fa, il patron azzurro decise di ingaggiare un nome altisonante per sostituirne un altro, lasciando vuote alcune lacune in organico. Nella sessione di mercato appena conclusa, le scelte societarie sono state diverse ed i novanta milioni incassati dalla clausola del Pipita, oltre agli introiti provenienti dalla Champions, sono stati spalmati su sette investimenti. Non è mancata la suggestione estiva, legata al ritorno di Cavani all’ombra del Vesuvio ma, per una svariata serie di motivi, il sogno di mezza estate è rimasto tale. Non è arrivato un top player in attacco ma sette calciatori utili a colmare le lacune che la rosa del Napoli aveva da anni. La vera rivoluzione si è avuta a centrocampo, con tre volti nuovi a giocarsi una maglia da titolare con il terzetto Allan-Jorginho-Hamsik. In attesa di ammirare il croato Rog e l’ex bolognese Diawara, nelle prime due partite di campionato si è messo in evidenza Zielinski, pupillo di Sarri. In particolare, il centrocampista polacco ha avuto il merito di cambiare marcia alla squadra che ha saputo reagire al pareggio milanista, regalando il primo successo agli azzurri. Chi ha sostituito Higuaìn è un altro polacco, Milik, che con una doppietta messa a segno contro il Milan ha già stregato i tifosi napoletani. La vera rivoluzione di questo mercato diverso, per certi versi insolito rispetto agli standard del Napoli, sta principalmente nel fatto che Hamsik e Callejòn, due tra i calciatori più spremuti nella passata stagione, hanno finalmente i rispettivi omologhi in panchina: Zielinski e Giaccherini. A completare la rosa due nuovi difensori, Tonelli e Maksimovic che, dopo una querelle durata un anno con Cairo, è finalmente approdato in azzurro. Sostanzialmente, il mercato in entrata può essere ritenuto soddisfacente, un mercato intelligente volto a dare profondità alla rosa di calciatori a disposizione di Sarri. Proprio il tecnico originario di Bagnoli, era stato accusato di affidarsi sempre ai soliti dodici o tredici elementi e di averli spremuti eccessivamente. In realtà, chi conosce Sarri sa che spesso fa ruotare i calciatori a disposizione. In tale ottica, gli interventi effettuati sul mercato sia in difesa che a centrocampo, aiuteranno il tecnico di Figline ad evitare sovraccarichi di lavoro e di utilizzare scacchiere tattico anche a partita in corso. Il mercato del Napoli doveva essere utilizzato anche per risolvere alcune questioni spinose. La prima riguardava Mirko Valdifiori, mai esploso all’ombra del Vesuvio dopo il buon campionato tra le fila dell’Empoli e la convocazione in nazionale e che, dopo appena un anno in azzurro, è stato ceduto e rimpiazzato da Diawara. La seconda questione riguardava il vice di Pepe Reina. Dopo tante chiacchiere e nomi accostati al Napoli e nonostante le noie fisiche che continuano ad affliggere il numero uno azzurro, in squadra sono rimasti Sepe e Rafael che, tuttavia, non sembrano offrire le giuste garanzie in caso di forfait del portiere spagnolo. A mio avviso, si sarebbe potuto puntare su un dodicesimo di età ed esperienza in attesa di trovare un elemento in grado, negli anni, di ricevere l’eredità del non più giovanissimo Reina. Terzo ed ultimo nodo non sciolto da Giuntoli e De Laurentiis, riguardava il futuro di Manolo Gabbiadini che, dopo l’ottimo precampionato disputato, non ha esordito nel modo auspicabile contro il Pescara ed è finito in panchina ben presto, scalzato da Milik. Troppo presto per tirare le somme e per definire le gerarchie, tuttavia il pericolo che sia ancora Higuaìn e la sua eredità a condizionare le prestazioni del bomber della nazionale è alto. In definitiva, il mercato diverso del Napoli sebbene abbia lasciato ancora qualche dubbio irrisolto e sia stato criticato e deriso, può essere considerato positivo, nonostante i riflettori mediatici siano stati distratti (volutamente o per pura casualità?) dal tradimento di Higuaìn. Il Napoli rimane ancora tra le poche antagoniste della corazzata bianconera, a cui spetta il compito di non far morire troppo presto un campionato che dovrebbe essere letteralmente ammazzato dalla squadra piemontese. Avanti Napoli…Avanti!!!

 

Riccardo Muni

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