Conoscitore di calcio e del suo mercato. In passato ha allenato, anche il Napoli, e continua a vivere di pallone. Nella passata stagione ha messo la sua esperienza al servizio del “focoso” Zamparini e del suo Palermo, e adesso continua a cercare e scoproire: nuovi calciatori, talenti, profili…Sulle pagine del Roma Gianni Di Marzio tira le somme del “calcio d’estate, ovvero il calciomercato, per quanto riguarda la società azzurra. Linea verde e reinvestire tutti i proventi della cessione di Higuain…
È stata la scelta giusta? «Puntare sui giovani è sempre la strada migliore, ma più per il futuro che per il presente. Quindi, sarebbe stata preferibile una politica più equilibrata in questo senso, unendo prospetti e giocatori d’esperienza. Quando arrivai sulla panchina del Napoli, misi fuori alcuni senatori della squadra come Clerici, Burgnich, Orlandini e Carmignani per dare spazio ad altri più giovani e che arrivavano da categorie inferiori».
Come andò allora? «Bene, anche se molti lo dimenticano: arrivammo in finale di Coppa Italia e riportai il Napoli in Europa. Poi fui pugnalato alle spalle da Ferlaino. Comunque, per quanto riguarda questo modo di operare, è molto rischioso».
La politica societaria non è mai stata incline a questo tipo di pericoli…. «Infatti, sarebbe stato più opportuno seguire l’esempio della Juventus che ha saputo prendere giovani di prospettiva come Pjaca e giocatori già affermati come Higuain, Pjanic, Benatia, Dani Alves. Con tutto il rispetto, il Napoli non è l’Udinese. Anche perché i friulani ciò che rivendono a 50 milioni, lo acquistano a uno mentre gli investimenti di De Laurentiis si basano comunque su cifre importanti, tra i 10 e i 20 milioni. Strategicamente, bisognava puntare a migliorarsi».
Come si poteva fare di meglio? «Si doveva acquistare in base alle esigenze della squadra. A centrocampo serve più fisicità, cosa che specialmente in contesto europeo non manca. Poi, un terzino e una prima punta. Giuntoli comunque ha lavorato molto bene».
L’uomo del mercato azzurro è stato Arek Milik, che dopo due giornate si è già preso il posto da titolare. «È stato pagato troppo: 35 milioni (bonus compresi) sono tanti. Fu pagato 2,8 milioni dall’Ajax, il Napoli poteva prenderlo a 15-20 milioni. In tutto questo, Gabbiadini resta un’incognita, perché con il polacco non può giocare: sono entrambi mancini e tendono ad accentrarsi, quindi continuerà ad essere una riserva. Se il Napoli giocasse a due punte annullerebbe le ali, che sono le più forti della Serie A; gli azzurri sono fatti per il 4- 3-3».
Che giocatore consiglierebbe al Napoli per il futuro? «Senza proporre niente a nessuno, vi dico: tenete d’occhio Roland Sallai del Palermo. Classe 1997, arriva dalla Puskas Akademia, ha fantasia e inventiva. Dategli 4-5 mesi e, se giocherà, diventerà un fenomeno».