CdS – “CAVANI LA VERITA'”. C’ è già l ‘accordo sul contratto e Napoli sogna!

 

Cos’è un sogno? E, senza scomodare Freud, basta sistemarsi sul lettino, sul divano, sulla seggiola del San Paolo e immaginarsi ch’entri Cavani, la maglia (numero 9?) sulle spalle, la folla che, incredula, l’invoca. La verità, tutta la verità e nient’altro che la verità d’un affare difficile (ma non ancora impossibile) è nella rilettura d’una settimana folle, che mescola tutto ciò che ruota intorno al calcio e «dentro» le viscere di Napoli, che di football e d’emozioni vive, e che intorno a questo fenomeno, a modo suo paranormale, s’esalta o s’inabissa. Il fatto, separato da qualsiasi opinione, è nella volontà del Napoli di riuscire, con un colpo secco, a riportare Edinson Cavani nello stadio che l’ha eletto a star: non è semplice ma Aurelio De Laurentiis ci ha provato, l’ha fatto con la cautela che in vicende del genere – rischiose peggio d’un boomerang – va usata e, provando a rimanere nell’ombra, ha provveduto ad informarsi, con il diretto interessato, sulle possibilità di ricominciare a scrivere una storia a due. E’ stato un momento, un lampo, una folgorazione che ha «aperto» un «nuovo» Mondo, non percorribilissimo ma né ostruito: Cavani a Napoli tornerebbe per svariati motivi, per il richiamo d’una città dalla quale non si è mai (seriamente) staccato e nonostante l’ostile accoglienza nell’amichevole di due anni fa; ma anche per la voglia matta di stare più spesso al fianco dei suoi figli, che risiedono qua con la loro mamma.

IL RETROSCENA. E così è cominciato «il dialogo», perché le aperture a queste servono, s’è parlato anche di soldi e di prospettive, degli ostacoli che il Psg avrebbe posto. Ma s’è (ri)creato quel feeling che pareva scomparso e che invece si è autoalimentato fino a venerdì scorso. Al mercato, e quando si gira intorno a personaggi di così rilevante spessore tecnico, non è come al Centro Commerciale ed esistono passaggi che vanno affrontati con cura: ma la prima mossa, avere il gradimento di Cavani, ha prodotto effetti benefici e la seconda, sullo slancio, quello per riuscire (anche) a trovare affinità sugli aspetti economici, dunque il contratto, è stata definita rapidamente.
IL COMUNICATO. Poi ci sono, a catena, le reazioni ambientali, mediatiche e l’eco che la notizia d’un contatto (e già questa è una notizia) con Cavani ha chiaramente generato fibrillazione in una Napoli che, con l’addio di Higuain, ha rivalutato la separazione dal Matador e le modalità con cui si arrivò a quel divorzio nel 2013. E’ successo altro: s’è rigenerato, quasi istintivamente, una condisivione popolare, una sorta di consenso totale, che è divenuta suggestione ma anche pathos. Aurelio De Laurentiis ieri pomeriggio ha pensato di chiarire come possano svilupparsi gli ultimi tre giorni di mercato, ed essendo uomo di comunicazione, ha fatto uso della dialettica in maniera rispettosa, senza mai smentire ciò ch’è stato scritto, semmai analizzando a campo largo: «Io sono un grande estimatore di Edinson Cavani. Con lui ci siamo divertiti molto durante il suo soggiorno napoletano. Ha fatto tanti bellissimi gol: ben 104! Ma è difficile riportare nel Napoli un calciatore del passato». In questa specie di lettera aperta alla città, molto più di un tweet, De Laurentiis ha spiegato anche i motivi – esclusivamente strategici, di politica aziendale – che rappresenterebbero un limite per un trasferimento del genere. «Ecco perché dico sempre che abbiamo bisogno di giovani e già i nuovi arrivati quest’anno contribuiranno fortemente ai successi del Napoli. E per parlare delle punte, giocatori importanti come Milik e Gabbiadini hanno grandi possibilità, nel Napoli, di trovare la loro consacrazione». Ci sono cose che per un manager non si possono dire, o confermare (per esempio: che Gabbiadini sia sul mercato e voglia cercare altrove stimoli) ed altre che si tentano di fare, blindandosi in un silenzio che appartiene al calcio ed al mondo degli affari in genere. Ma De Laurentiis vorrebbe (vuole) Cavani ed “el Matador” sogna Napoli: però esiste un rispetto, una inevitabile prudenza, che deve tutelare qualsiasi passaggio d’una vicenda che non ha dinnanzi a sé troppo tempo. Il timer del mercato è puntato sulle ore 23 di mercoledì 31 agosto e dunque in questi margini di spazio ci si può muovere.
 
LO SCENARIO. Cavani è la prima punta di riferimento del Psg ma, e lo raccontano le cronache, pure protagonista d’una convivenza tutt’altro che invitante: l’uruguaiano non ha mai avvertito intorno a sé le attenzioni che gli ha riservato Napoli, né adesso che è partito Ibrahimovic ha intuito in una inversione di tendenza dell’ambiente. Il fascino del Paris Saint Germain resta inalterato, ed anche le prospettive sarebbero sempre illuminanti, ma la telefonata di De Laurentiis e quell’amorevole can-can l’hanno sedotto sino a stordirlo. Ma c’è poi un’analisi pratica: al Psg servirebbe un centravanti, prima di liberarsi del Matador ed eventualmente accettare i messaggi subliminali che giungono da Napoli e che sarebbero – diventerebbero – propedeutici all’apertura d’una trattativa. L’idea del Psg è quella di lanciarsi su Benzema, diventato la riserva di Morata nel Real Madrid. Ma dopodomani, tra poco più di quarantotto ore, suonerà il Big Ben e non sarà più possibile lanciarsi sul mercato, neanche avendo (tanti) soldi: è questo l’unico, vero nodo intorno al quale rischia di rimanere soffocato un sogno.

Fonte: CdS

 

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