Milik incredibile, Callejon pazzesco, Mertens stratosferico. Il belga ha messo la firma sulla vittoria, c’è il suo zampino in ogni gol. A un tratto, era Dries contro Donnarumma, il portierino rossonero che a diciassette anni ha già meritato la convocazione in Nazionale. A segno due volte a Pescara, il fantasista ha smesso i panni del goleador per indossare quelli dell’assist-man. Avrebbe meritato il successo personale su quel destro fantastico a giro finito sul palo: invito ghiottissimo per la zampata fortunata di Milik. Ha iniziato l’azione del raddoppio, culminata con il passaggio telecomandato di Callejon da calcio d’angolo. Ha cercato la rete, che poi invece ha trovato Callejon: solito spunto del belga, mezzo miracolo del milanista, e gol decisivo del torero napoletano. «Ho giocato bene, io vorrei sempre giocare»: una frase sibillina che introduce le scuse a Sarri. «Mi dispiace per l’occhiataccia di Pescara, non avrei dovuto farla, ho sbagliato con il mister». È stata la prestazione complessiva di Mertens a spostare gli equilibri del match: frizzante, veloce, ha mandato in tilt Abate che non l’ha mai preso. Quantità e qualità: quello che chiede Sarri agli esterni, quello che ha fatto Dries prima a Pescara e ieri al San Paolo. «Giochiamo bene al calcio, è cambiato poco rispetto alla stagione passata, abbiamo meritato. Tranne quei cinque minuti di follia, è una cosa che non dovrà più ripetersi». Ha cambiato la partita e forse anche il suo destino: capovolte le gerarchie, adesso è lui il titolare come ha sancito la standing ovation del San Paolo al momento della sostituzione. Insigne resterà in panchina perché del belga non si può fare a meno. È l’elemento più in forma della squadra. E va d’accordo con Milik: «Ragazzi, che gran bel giocatore. Possiede numeri notevoli, deve migliorare tanto. Però è fortissimo». La vittoria batticuore nella serata che sancisce la frattura tra tifosi e club. Colpa dei quaranta euro che ieri occorrevano per assistere alla partita dalle curve. Il settore B si è riempito fin oltre la metà ma non come nelle migliori occasioni. Desolatamente semivuoto quello opposto, volutamente la parte centrale è rimasta transennata: in bella evidenza soltanto uno striscione bianco con l’eloquente scritta in nero: 40 euro. Non sono da Napoli-Milan i 27mila che ieri comodamente hanno preso posto ai quattro angoli dello stadio: è evidente il distacco tra le curve e il Napoli, inteso più come società che come squadra. De Laurentiis (che ha disertato il San Paolo dopo Pescara) è ai ferri corti con buona parte della tifoseria e viceversa. Non è bastato l’annuncio di voler devolvere parte dell’incasso in beneficenza alle popolazioni colpite dal sisma, del resto come poteva? In atto da mesi, il distacco è brutalmente lievitato nelle ultime settimane: aver disertato la festa dei novant’anni è stato il segnale partito dai napoletani, la risposta con l’aumento dei prezzi ha evidenziato che il rapporto club-curve è alla frutta. Almeno per il momento.
Fonte: Il mattino