In esclusiva per il Napolionline.com l’Intervista a Claudio Ruocco, giovane portiere classe 95.
Ecco le sue parole riguardanti il futuro, il passato e le difficoltà del suo ruolo.
Dalla scalata con la Sarnese fino alla serie D ad un nuovo inizio nel Nola, squadra che milita nel campionato di eccellenza, cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
“Anche se la firma non è ancora del tutto confermata spero di trovare a breve un accordo che soddisfi me e la società. Spero di poter rivivere le stesse emozioni che ho provato in eccellenza con la Sarnese, Nola è una piazza che merita tanto. Società, tifosi e squadra sono fantastici e spero di poter contribuire alla crescita di questo club.”
Qual è stata la parata più emozionante della tua carriera e l’errore che ricordi con maggior dispiacere?
“Polisportiva Sarnese- Scafatese, la mia seconda partita granata, commisi un errore che dopo dieci minuti ci costò uno svantaggio di 2-0 che portò alla sconfitta. La parata più emozionante, anzi direi decisiva, è quella dei play off durante il match contro l’Angri (giocavo sempre nella Sarnese). Eravamo sul 2-1 e parai un colpo di testa di Marco Incoronato all’88esimo.”
Quali sono le doti caratteriali che deve avere un calciatore per emergere?
“L’umiltà, soprattutto quando parliamo di calciatori giovani. Bisogna sapere che c’è sempre da imparare, poi le doti tecniche emergono da sé ma quelle senza duro allenamento e volontà servono a poco”.
Nel calcio si tende ad acclamare chi fa gol, ci spieghi quali sono le difficoltà del tuo ruolo e l’importanza del portiere in campo e nello spogliatoio?
“E’ molto più facile elogiare l’attaccante piuttosto che il portiere. Le difficoltà sono tante, oltre al lavoro fisico noi alleniamo la mente, dobbiamo essere concentrati per 90 minuti e più, non possiamo permetterci nessun errore. Se sbaglia l’attaccante ci sta, nulla di disastroso…se sbaglia un portiere vai sotto, ti giochi la partita. Un buon portiere è metà squadra in campo, nello spogliatoio invece, ognuno è importante a suo modo. Solo con un gruppo unito e in sintonia si vince.”
Quali sono i tuoi obbiettivi stagionali?
“Voglio mettermi in gioco e dimostrare che ho ancora tanto da dire, credo in me e voglio dimostrare il mio valore. Quando il mister chiama, io rispondo presente, in qualsiasi occasione a qualsiasi minuto.”
L’allenatore e il preparatore, due figure importantissime per la crescita di un portiere. Chi è stata la guida che ricordi con maggior piacere e qual è stato il preparatore che ti ha dato di più?
” Sicuramente fondamentale per la mia crescita è stato l’ex portiere di Bari, Napoli e Milan, Luigi Imparato. Lui ha fatto di me quello che sono, mi ha insegnato tutto e non posso non ringraziarlo. Detto ciò tengo a precisare che tutti coloro che ho incontrato nella mia giovane carriera sono stati per me importanti, ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa, mi ha aiutato a maturare e hanno aggiunto quel qualcosa in più che mancava alla mia valigia d’esperienza. Dalla Beretti della Paganese con Di Lorenzo alla prima squadra con Enrico Limone fino ad arrivare a Sarno con Sirica, ad ognuno di loro devo qualcosa.”
21 anni ancora da compiere, hai ancora tanto da dire al calcio. Dove speri di arrivare, qual è la maglia che speri di difendere tra i pali un giorno e chi è il tuo idolo?
“Non sono uno che si pone limiti, spero di arrivare il più in alto possibile. Il mio sogno è quello di difendere la maglia della mia città di cui sono tifoso, la Juve Stabia. Il mio idolo è Gianluigi Buffon, un re nel suo mestiere. E’ un grande uomo, oltre ad essere un grande portiere ed è un esempio da seguire.”
Ritornando un po indietro nel tempo, riviviamo l’esperienza nella Sarnese. Hai conquistato con quella società la serie D, come ti sei sentito?
“Ricordo perfettamente la mia avventura a Sarno, il presidente Origo mi ha trattato come uno di famiglia e già dal primo allenamento capì che quello non era un semplice spogliatoio ma una seconda casa. Dopo aver giocato i play off e averli vinti ci siamo tuffati tutti in piscina, è stato un traguardo importante per me, per la società, per la squadra. Ho ottimi ricordi di quegli anni. Auguro alla società e alla squadra il meglio e un grandissimo in bocca al lupo per la nuova stagione, lo meritano.”
A CURA DI ROSANNA BUONAURO
Foto: Luciano Squitieri
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