Champions azzurra con 3 trasferte calde, ma quella in Turchia è molto rischiosa

Saranno tre viaggi all’inferno, e come tali andranno affrontati. Le trasferte del Napoli a Istanbul, Kiev e Lisbona non assomiglieranno
in nulla, e per nulla, a gite di piacere: stadi bollenti, ambienti tutt’altro che tranquilli, tifosi che per novanta minuti scendono in campo pure loro e diventano un valore aggiunto. A Istanbul la tappa più pericolosa, il primo di novembre, ma un assaggio d’inferno ci sarà già al debutto, il 13 settembre, a Kiev. Il Besiktas, che in Europanon ha la tradizione e l’esperienza del Galatasaray e del Fenerbahçe, punterà proprio sulle partite casalinghe per fare classifica. Lo stadio, rinnovato in tutti i settori e inaugurato nello scorso aprile dal presidente turco Erdogan, è un vero e proprio giocatore in più. Per resistere lì dentro, senza crollare e senza farsi intimorire dal pubblico, bisogna avere nervi saldi e idee chiare. Tanto per intenderci sul clima che troveranno quelli del Napoli, è sufficiente ricordare che il giorno del battesimo, nei dintorni dello stadio, la polizia ha dovuto usare idranti e gas lacrimogeni per disperdere i tifosi. Da quelle parti, spesso, la passione tracima e sedarla diventa un problema. Specialmente adesso che Istanbul, dopo il fallito golpe di metà luglio e le inevitabili reazioni punitive del governo Erdogan, non è la metropoli più tranquilla del mondo. L’impressione è che quella contro il Besiktas non sarà soltanto una partita di calcio, anche se il Napoli dovrà fare
di tutto perché lo sia. Finte: gasport

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