Basta la parola. «Napoli».
Si illumina il viso di questo elegante signore che si definisce «un pensionato italiano che vive da venticinque anni a Rio».
E’ stato personaggio di spicco del vecchio calciomercato. Agente Uefa, negli anni 70 e 80 organizzava operazioni di mercato e partite internazionali. «Ricordo il torneo di Sport Sud al San Paolo, le più grandi squadre venivano a sfidare il Napoli». La sua base operativa era al Copacabana Palace, il più lussuoso degli hotel. Poi ha acquistato una casa che fu dello scrittore Jorge Amado.
Segue il campionato di serie A in tv. «Il pallone in Italia si è sgonfiato. Ma che campionato è? Dopo poche giornate si sa già chi vince lo scudetto, cioè la Juve, e chi retrocede. I grandi calciatori scelgono da tempo i campionati inglese, spagnolo e francese. Là ci sono i finanzieri americani e russi, gli emiri: i soldi, in una parola. Il Napoli? Sarà dura tenere il passo della Juve. La società ha incassato 90 milioni per Higuain, ma in campo vanno i calciatori e non i milioni. La vera garanzia, per gioco e serietà, è Sarri».
Lui ha vissuto da vicino un altro Napoli, con un ruolo fondamentale per gli acquisti di Careca nell’87 e di Alemao nell’88. «Se Higuain è stato pagato 90 milioni dalla Juve, un bomber come Careca adesso costerebbe il doppio. E invece il Napoli lo pagò 4 miliardi di lire».
Rosellini coordinò quella operazione. «Ci vedemmo con Ferlaino in un albergo di Roma. C’era anche Moggi, dirigente del Torino che lavorava dietro le quinte per il Napoli, dove ufficialmente arrivò a fine stagione. Il Torino aveva un’opzione su Careca, avevo stabilito io il contatto con il San Paolo, il suo club. Mi venne chiesto di girare quell’opzione al Napoli. In Brasile venne poi il consulente Bonetto per firmare il contratto».
Più complicato l’affare Alemao. «Moggi avrebbe voluto Berti, ma lui scelse l’Inter. Mi chiamò di notte: Rosellini, adesso devi farci acquistare Alemao. Un anno prima lo avevo trasferito all’Atletico Madrid. Non c’erano i cellulari e Alemao era in vacanza in Amazzonia. Mi rivolsi al suocero e riuscii a stabilire il contatto».
Blitz con Moggi a Madrid per convincere il presidente Jesus Gil a cedere il centrocampista. «Era la sera del compleanno della figlia, partecipammo anche noi ai festeggiamenti in attesa di un sì, che arrivò in piena notte, alle quattro. Affare chiuso a poco più di 4 miliardi di lire. Con un aereo privato volammo a Milano per depositare il contratto. Arrivato in albergo, trovai un messaggio di Viola, il presidente della Roma. Liedholm, a cui avevo già dato Falcao anni prima, stravedeva per Alemao. Ma Moggi era stato più rapido di tutti. Telefonai a Viola, che mi disse: Rosellini, lo sa che il Napoli ci ha fregato Alemao?».
Tratto da Il Mattino