Il punto della situazione – di Riccardo Muni: “Luci ed ombre”

L’esordio in campionato, contro il Pescara dell’ottimo Massimo Oddo, ex terzino azzurro, è rimasto indigesto al popolo napoletano. Dopo il brillante precampionato, in termini di gioco e di risultati, i tifosi azzurri si sarebbero aspettati un esordio vittorioso, rimanendo delusi per il 2 a 2 finale che ha il sapore della sconfitta. Inutile parlare oggi di distacco dalla vetta, già lontana di due lunghezze ed inoltre quello appena iniziato dovrebbe essere un torneo dal finale scontato, almeno fino a prova contraria. Diciamo subito che il Napoli avrebbe avuto l’opportunità di completare la rimonta e di portarsi a casa i tre punti, con il rigore prima concesso e poi negato dal direttore di gara. Tuttavia, al netto dell’enorme rammarico per la decisione arbitrale, piuttosto discutibile, dalla partita di Pescara sono emerse alcune interessanti indicazioni. Nonostante la rimonta, non completata anche per la complicità del rigore concesso e poi negato, lascia molte perplessità il primo tempo disputato dalla squadra di Sarri, apparsa più volte in balìa dell’avversario. Al di là dei due gol incassati dai pescaresi, con le grosse colpe della linea difensiva azzurra, quello che deve far riflettere è l’incapacità del Napoli di imporre il proprio gioco. Non c’è dubbio che i carichi di lavoro abbiano avuto il loro peso, tuttavia sono venute a galla le indecisioni di calcio mercato, per quanto riguarda il mercato in uscita. Il riferimento, in primo luogo, va a Valdifiori che è rimasto troppo a lungo nel limbo tra la permanenza in azzurro oppure la cessione. A Pescara, è emerso che l’ex regista dell’Empoli è poco propenso alla copertura, creando pericolose voragini in zona centrale che possono mettere in difficoltà i centrali difensivi di Sarri. Ed è tutta qui la differenza tra Valdifiori e Jorginho, assente a Pescara per squalifica. Una bocciatura definitiva e dolorosa, visto l’enorme considerazione che il tecnico di Figline ha per il suo calciatore fin dai tempi di Empoli. L’arrivo di Diawara, a completare la rivoluzione di centrocampo, di cui si parlerà nei prossimi giorni, sembra sancire la fine dell’avventura in azzurro per il pur generoso regista italiano. Tra le indecisioni di mercato, la più rumorosa ruota attorno a Manolo Gabbiadini, reduce da un brillante precampionato, con tanto di poker servito al Monaco. Alla prima di campionato, in tanti hanno rimpianto l’argentino passato alla concorrenza, anche e soprattutto per l’inadeguatezza del bomber italiano al ruolo di prima punta, nella filosofia di gioco imposta da Sarri. Che Gabbiadini si trovi più a suo agio sull’out destro di un tridente è cosa nota; se a questo si unisce il peso enorme dell’eredità lasciata dal Pipita ed un broncio divenuto oramai cronico, il risultato è il desolante spettacolo a cui abbiamo assistito domenica sera. Ma il dilemma di fondo rimane quello della sostituzione di Higuaìn, con la soluzione interna, Gabbiadini più Milik che sarebbe interessante ma rischiosissima, poiché è indubbio che senza mister trentasei gol, il peso offensivo del Napoli calerebbe mostruosamente.  Infine, Koulibaly e Insigne, evidentemente distratti da faccende extra calcistiche, hanno completato il quadro di un primo tempo da dimenticare. Non solo ombre alla prima degli azzurri ma anche qualche bagliore di luce che fa ben sperare. La prima buona notizia, riguarda la panchina a disposizione di Sarri, le cosiddette seconde linee che sono state rinforzate in sede di calciomercato. Con l’ingresso di Mertens e Milik, al posto degli inconsistenti Insigne e Gabbiadini, la squadra ha cambiato marcia ed il folletto belga, con la sua doppietta in tre minuti ha raddrizzato una partita che pareva avviata verso il disastro. Aumentare la qualità degli uomini in panchina era il principale obiettivo di De Laurentiis e Giuntoli e, considerato anche il buon esordio di Zielinski che ha preso il posto di capitan Hamisk, a partita in corso, sembra che l’obiettivo sia stato finalmente raggiunto. Tuttavia si attendono gli ultimi tasselli, soprattutto in difesa, per completare quella che si può considerare una vera e propria rivoluzione, alle spalle dei cosiddetti titolarissimi. Tornando al calcio giocato, contro il Milan gli azzurri dovranno ripartire dal secondo tempo di Pescara, magari con qualche cambio nell’undici titolare che tenga conto dell’ottimo stato psicofisico di coloro che si sono resi protagonisti della rimonta.

 

Riccardo Muni

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