Due schiaffi, due colpi al cuore dei tifosi avvicinatisi all’esordio al campionato con tantissimi timori e la rabbia per aver perso il Pipita. Poi negli spogliatoi deve essere arrivata la lavata di capo di Sarri. Che in qualche modo dà una lezione anche a se stesso, cambiando due terzi dell’attacco, ovvero inserendo Milik e Mertens al posto di Gabbiadini e Insigne. E viene subito ripagato. Il micidiale uno-due di Mertens regala il pareggio agli azzurri. Poi è un dilagare del Napoli alla ricerca del vantaggio. Che non si concretizza perché agli azzuri viene negato un rigore su Zielinski (concesso dall’arbitro Giacomelli e poi revocato dall’intervento del giudice di porta Rocchi). E Milik non riesce a bagnare il suo debutto in serie A con un gol, cercato bene in almeno due occasioni. E negato dal portiere abruzzese. Comunque l’attaccante polacco vince il duello a distanza con Gabbiadini per la conquista del posto di titolare al centro dell’attacco azzurro. E bene fa poi anche Zielinski quando entra al posto di Hamsik, portando un po’ di fosforo in più a centrocampo, mettendo un difficoltà la retroguardia abruzzese. Insomma, il Napoli del secondo tempo fa decisamente meglio di quello messo in campo nel primo da Sarri. Che aveva ricominciato partendo di fatto con la stessa squadra dello scorso anno. Perché al posto dello squalificato Jorginho c’è Valdifiori e in attacco Gabbiadini al posto di Higuain. Proprio come era accaduto la passata stagione in seguito dopo la squalifica per tre giornate rimediate dall’argentino a Udine. E a sinistra nel tridente c’è Insigne e non Mertens, che pure sembrava più in forma. Il Pescara di Oddo conferma subito quanto di buono si sapeva sul suo conto: possesso palla, nessun timore reverenziale e ricerca costante della verticalizzazione. E approfitta degli svarioni difensivi di un Napoli che non sembra concentratissimo, piazzando subito due schiaffi in faccia a un Napoli senza anima. Poi, la svolta nella ripresa. Sarri si arrabbia per quel rigore prima dato e poi revocato, ma l’impressione è che dovrà lavorare soprattutto sulla testa dei suoi uomini. In attesa dei rinforzi. Fonte: Il Mattino