Francesco Marolda sul Corriere dello Sport:
“Dal Pipita alla Pepita. E la Pepita azzurra, l’oro di Napoli nella notte a rischio di Pescara, è lui: il signorino Mertens. Il giovanotto che spacca la partita, che salva tutti e lancia occhiatacce alla panchina dopo i gol. E’ fatto così. Ha un buon piede e un bel caratterino, ma stavolta il Napoli farà bene a far finta di nulla. A perdonarlo. Perché quel signorino lo salva da una sconfitta ed una figuraccia che sembravano sicure dopo quel primo tempo suicida e sciagurato, quando il Pescara si traveste da Napoli e Massimino Oddo da maestro di pallone. Capita. Succede. Però brucia e fa impressione vedere il Napoli perso nelle grinfie delle geometrie rapide e precise degli abruzzesi. Due gol e un mucchio di schiaffoni. Ma poi arriva lui e la partita cambia da così a così. C’è voglia e c’è reazione. Anche perché con la Pepita arrivano pure Milik e Zielinski e il Napoli salva almeno mezza faccia e mezzo risultato. E rispetto a com’era cominciata la serata è già tanta roba, anche se l’allarme resta e non va sottovalutato.Certo, c’è ancora tanto da fare in casa azzurra, ma intanto il Napoli sfugge al rischio della immediata depressione. Ed è importante. Perché al di là degli obiettivi che alla fine si conteranno in punti e posizioni, il Napoli di questa stagione ha da rincorrere e acciuffare qualcosa di molto più importante. Ha una missione: far da giudice di pace tra il club e la città; tra il club e il popolo della passione azzurra. Altro che mercato! Oggi è questa la preoccupazione vera. Perché mai il feeling, il rispetto, la simpatia, l’affetto, l’amore tra club e gente aveva raggiunto livelli così bassi. E’ oggettivo, lo raccontano i numeri che anche negli anni più dolenti – o forse proprio per questo – il San Paolo non ha mai tradito. Oggi no. Oggi la fuga dallo stadio e dagli abbonamenti – che non sono una necessità ma di sicuro un indicatore assai importante – dicono che s’è allungata la distanza tra la città e la proprietà del club. Diciamo la verità, risultati alla mano, anche ingiustamente, il popolo azzurro del pallone non ha mai avuto Aurelio De Laurentiis nelle sue preghiere, ma quel che accade adesso è preoccupante. Perché il Napoli la concorrenza ha chi ha più soldi, più esperienza e anche maggiore competenza – la Juve e la Roma tanto per cominciare – può farla soltanto se club, squadra e passione della gente stanno dalla stessa parte. E solo chi va in campo e diverte e vince e alimenta le ambizioni può riportare tutti alla ragione ed al sorriso”.