Claudio Pasqualin è stato uno dei baroni del mondo degli agenti sportivi e oggi fatica a capacitarsi di questa giungla nella quale basta essere semplicemente una persona di fiducia di un calciatore per ottenerne la procura
«La colpa non è delle Wanda Nara di turno ma dei nostri dirigenti che hanno consentito negli anni tanto spazio a chiunque si voglia fare avanti. Basta avere la fiducia del calciatore per ottenerne la procura».
Proviamo a dare una spiegazione storica a questo fenomeno dilagante. «La colpa originariamente è stata di Blatter che ha avuto l’idea di abolire la categoria declassando quella che prima era una professione rispettabile, aprendo le porte a tutti».
Poi c’è stata la posizione dell’Italia. «Ogni federazione ha diritto di fare proprie regole. Quello delle procure è diventata una giungla vanificando il lavoro che abbiamo fatto in tanti anni».
E adesso c’è il caso di Wanda Nara che la fa da padrona. «Ora si parla di lei, certo, ma poteva essere il barista sotto casa o la parrucchiera della moglie che diventava il procuratore del giocatore. Adesso ci possono essere anche dieci persone a chiamare una società dicendo di rappresentare questo o quell’altro calciatore. Questo mondo non ha più regole e per tutti è facile avvicinare un calciatore e diventarne l’agente. Basta avere la loro fiducia».
Ma cosa pensa della posizione della moglie di Icardi? «Wanda Nara fa benissimo perché non si infila in uno spazio ma in una voragine. Il calciatore è il padrone del suo destino ed ha fiducia in sua moglie».
Cosa è cambiato rispetto al passato? «Innanzitutto i requisiti: c’era l’obbligo di un esame e di certi requisiti come il titolo di studio come scuola media superiore. Poi bisognava essere e incensurati.
E adesso? «Basta una sorta di competenza auto certificata su un prestampato: per diventare procuratori basta esercitare la professione. Il che apre anche spazio al personaggi poco raccomandabili che possono diventare agenti anche se hanno precedenti penali».
Ma la colpa di chi è? «L’inerzia generale degli organi federali che non considerano queste situazioni. Non ci si rende conto della particolarità del mondo del calcio».
Senza dimenticare il tanto discusso mondo dei social. «Spero che i miei nipoti non assomiglino ai Icardi come visione della vita, sappiano di cultura e di come si sta al mondo e non qual è l’ultimo modello di auto o di smartphone. Il trionfo di vacuità ed ostentazione».
Fonte: Il Mattino