“Si obietta: nessuno andrebbe d’accordo con De Laurentiis per il carattere prorompente, difficile, assolutista ed egocentrico del presidente. E allora, visto che non è possibile alcun golpe, ci tocca questa società autarchica e familiare i cui limiti sempre più pesanti sono stati sinora coperti dai buoni risultati sul campo. Ma la squadra non resisterà alla lunga se non sarà supportata alle spalle da una società forte, completa, adeguata. Nel calcio è facile che la fortuna giri e il Napoli di De Laurentiis non sembra attrezzato per fronteggiare gli eventuali appannamenti sul campo. I tifosi non sono contenti, a parte le esagerazioni di certe frange. Al mancato contatto con i giocatori si accompagna una comunicazione esterna deficitaria, poco visibile, per niente accattivante, in una parola assente. Il Napoli è accerchiato da società che hanno la voce più grossa, convincente, che sanno curare i rapporti esterni perché hanno le persone adatte. Forse, anche nel caso Higuain, una diversa gestione dei rapporti con l’argentino avrebbe potuto avere un esito diverso. Non basta, poi, definirlo traditore e invitare i tifosi a Dimaro a zompettare «chi non salta è juventino». Questo è folclore, non è calcio moderno, organizzazione, presenza forte, prestigio, attrazione di stima e considerazione. Dopo i 90 milioni di Higuain, per metà già incassati, l’altra metà l’anno prossimo, i tifosi aspettano un grande colpo sul mercato”.
Tratto da Il mattino