“Auguri, vecchio Napoli. Diventato ricco all’improvviso. Ricco di sentimenti lo sei sempre stato: per l’amore della tua gente, per le emozioni che hai saputo suscitare in ogni tempo, per i brividi caldi di vittorie che hanno regalato felicità. Da un po’ sei anche ricco, con il forziere pieno di milioni di euro. Grazie ad un percorso (economico-finanziario) sancito da plusvalenze da sballo. Quelle fruttate dal Pocho Lavezzi e dal matador Cavani, Parigi oh cara! Quella record del Pipita Higuain, Turin sabauda! Chiosa d’obbligo sulla querelle tra De Laurentiis ed il centravanti più pagato – finora – nella storia del calcio. Entrambi hanno detto e non detto, lasciando per strada dubbi concreti e sospetti velenosi. Qualcosa non ha funzionato in termini di comunicazione, troppe le frasi al vento, vuote, e le contraddizioni in serie. Mi soffermo sue dati veri, incontrovertibili: l’indifferenza con la quale l’argentino ha trattato Sarri che chiamava “papà” ed i compagni con i quali ha vissuto e lottato per tre anni. Che delusione sul piano umano. L’altra verità è questa: la clausola rescissoria equivale al cartellino col prezzo sotto ad un quadro d’autore. Troverete sempre l’amatore, l’intenditore pronto a svenarsi pur di averlo nel salotto di casa.
Novant’anni e tanta voglia di stupire. Almeno me lo auguro. Perché lo stallo è evidente. Come il ritardo per quanto concerne la definizione concreta di una rosa che sarà impegnata su tre fronti: Champions, campionato, coppa Italia. Credo sia il momento di concludere, senza affidare alla comunicazione nomi di campioni, tanto per farli, che poi si sono rivelati specchietti per le allodole. Il tempo stringe e Sarri deve sapere su quali uomini poter contare per difendere il posto d’onore e tentare l’assalto al primo. Perché nel calcio nulla è già scritto prima che si cominci. Il Napoli ha sì perduto il bomber dei record ma può contare su un gioco assimilato alla perfezione dai suoi interpreti e su esterni di assoluto valore europeo come Insigne, Giaccherini, Mertens e Callejon. Svenarsi per un solo giocatore – a meno che non sia un Ibra o un Messi – potrebbe comportare la difficoltà di spendere per quei due-tre elementi necessari per rinforzare la “rosa”, per renderla ancor più competitiva sia in Italia che in Europa. Cruijff diceva: puoi anche sbagliare un acquisto ma è imperdonabile se sbagli una cessione.
E con questo, ho detto tutto! Come diceva Totò”.
A cura di Adolfo Mollichelli
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