La lettera aperta di De Laurentiis di ieri non sarà l’ultima puntata della Gonzalonovela. Nessuno dei due vuol finire al tappeto, entrambi sognano di dire l’ultima parola. E allora, ecco un altro giro di giostra, sull’ottovolante delle accuse. Ora tocca a De Laurentiis affondare il colpo. «Può anche tradire, ma non può prendere per il culo un popolo intero dando la colpa a me», è la sintesi dell’Aurelio-pensiero. E se allo Juventus Stadium Higuain non lo ha nominato neppure (ogni volta che ha fatto riferimento a De Laurentiis ha detto quasi con disprezzo «lui»), il presidente, nella risposta affidata al sito internet del club invece lo nomina, e lo chiama Gonzalo Gerardo, per prendere le distanze da uno che considera un ingrato, un infame, un voltagabbana. Dove in mezzo ci sono i tifosi a cui spetta schierarsi; è solo colpa di Higuain, o anche De Laurentiis ha le sue responsabilità in questo doloroso divorzio come vorrebbero far credere le allusioni del Pipita? Scelgano pure da che parte stare, tanto questa estate è tutta all’insegna ancora dell’addio di Higuain. La premessa è che quello che ognuno pensa veramente dell’altro non verrà mai fuori: quello in campo è un gioco delle parti dove ognuno ferma i suoi racconti a dove gli conviene. Come è giusto che sia. Insomma, la lettera. Per ultimarla, dopo una notte di riflessione, il presidente napoletano ha fatto persino ritardare l’inizio della messa organizzata sul campo di Carciato dal cardinale Sepe. L’ha letta e l’ha riletta. Non ha voluto sentire i suggerimenti di chi, intorno a lui, sconsigliava di pubblicarla. No, De Laurentiis ha deciso che Higuain non poteva essere perdonato per quell’affronto, per quei toni di disprezzo che ha usato nei suoi confronti, per quelle sue mezze parole che hanno aperto a tanti interrogativi. E allora è partito a razzo. «Dopo aver detto che la Juventus è una grande famiglia e che lui è felice di indossare la maglia bianconera, Gonzalo Gerardo Higuain afferma che il motivo per cui ha deciso di andare in quella squadre sarebbe colpa mia. Ho riflettuto a lungo se queste affermazioni meritassero una risposta, essendo facilmente chiaro a tutti quale sia la verità: alla fine ho pensato che qualcosa era meglio dire, a futura memoria». Una premessa così, è evidente, non promette nulla di buono per Higuain. E infatti De Laurentiis sfila la corona. Perché non basta definirlo solo un traditore, esattamente come pensa la gran parte di Napoli, occorre anche dargli una lezione in modo tale che si convinca, pensa De Laurentiis, che sia meglio chiuderla qui. E allora ecco i cinque punti per cui Higuain è meglio che taccia per sempre. Ovviamente secondo il punto di vista del proprietario del Napoli. Nel punto uno lo definisce, praticamente, una persona falsa. Testuale: «Se il signor Gonzalo Gerardo Higuain era così indispettito dalla mia presenza, ha impiegato molti anni per capirlo, a meno che non sia una persona falsa o un ottimo attore. Ma escluderei questa possibilità: di attori me ne intendo». La prima stoccata è diretta all’uomo. Poi arriva il resto, in riferimento alla voglia di non voler dividere neppure un altro istante col patron. «Abbiamo trascorso molto tempo insieme, anche recentemente, per esempio una intera giornata alla Commissione Disciplinare non più tardi del 15 aprile, per cercare di rimediare alla squalifica di 4 giornate che aveva avuto nel pieno della lotta scudetto (e a anche questa sembra chiaramente una frustata niente male, ndr). Quel giorno Gonzalo era molto sereno e non mostrava alcuna insofferenza nei miei confronti, come possono testimoniare le persone che erano con noi». Poi arriva il momento di togliersi dalla scarpe i sassolini con Nicolas, il fratello-agente che ha avuto un ruolo assai importante in questa trattativa. «Come mai il suo procuratore non ha mostrato insofferenza quando ci siamo incontrati per discutere del rinnovo ed è successo spesso nell’ultimo anno? Se fossero stati così intolleranti alla mia presenza, non avrebbero passato ore a discutere di soldi, molti soldi, con grande interesse e disponibilità». Il clan degli Higuain ha sempre respinto l’idea di un prolungamento del contratto con il Napoli. E ancora, perché poi De Laurentiis ha il compito di difendere anche i suoi giocatori, tirati in ballo sempre da Higuain fratello. «Non ha un certa vergogna il suo procuratore quando dice che la squadra nella quale giocava che lo ha messo nelle condizioni di segnare 38 gol, non era all’altezza? Non ha vergogna di dire che i compagni di Gonzalo erano scarsi, visto che il Napoli è stata la squadra che ha avuto il maggior numero di occasioni da gol in Italia, condizione fondamentale per consentire a un attaccante di segnare molti gol?». Nel finale i fuochi di artificio. «Cercare di spiegare che il suo passaggio alla nuova famiglia sia colpa mia, è mancare di rispetto ai napoletani. Se Higuain avesse letto la storia di Napoli, scoprirebbe che questa città è l’unica a liberarsi da sola dai nazisti, prima dell’arrivo degli americani, che trovarono la città già liberata. Questo popolo lo si può tradire se non si ha vergogna, ma non prendere per il culo». E una volta sul campo, mentre passeggia tra gli applausi vede uno striscione: «Orgoglioso di essere napoletano». Prende il microfono è annuncia: «A quel tifoso regalo un abbonamento».
Tratto da Il Mattino