Le dichiarazioni fuori luogo del patron Aurelio De Laurentiis, rilasciate prima e dopo che si consumasse il tradimento di Higuaìn, hanno lasciato profonde ferite nella tifoseria napoletana, ferendo l’orgoglio di persone che vedono nell’undici azzurro non una semplice squadra di calcio, bensì una fede ed un senso di appartenenza che nessuno può permettersi di calpestare.
Ci riferiamo alla risposta del patron del Napoli a coloro che chiedevano quali fossero gli obiettivi della squadra per la prossima stagione: “…impegno ai massimi livelli, ma giochiamo in venti…scudetto? Vinca il migliore sperando che sia il Napoli…”. Fin qui ci si potrebbe anche stare, poiché rientrerebbe nella ormai consueta raffica di risposte politiche, che dicono tanto senza dire niente, a cui Aurelio De Laurentiis ci ha abituati. Tuttavia, è nella chiosa finale che si consuma l’offesa: “…dodici anni fa stavate nella merda, avete vinto già…”. Ragionando con lucidità. Siamo tutti consapevoli di quale fosse la condizione della squadra del cuore all’indomani del fallimento e tutti abbiamo impresso sulla pelle la discesa nell’inferno della terza categoria, la delusione per la finale dei play off persa contro l’Avellino e le famigerate trasferte a Gela e Martina Franca. Siamo però altrettanto consapevoli che da allora sono passati ben dodici anni e che di acqua sotto i ponti ne è passata, così come sono passati i campioni in maglia azzurra. Lavezzi e Cavani prima, Higuaìn proprio in queste ultime ore, sono l’emblema di quello che il Napoli rappresenta nello scenario calcistico nazionale: un trampolino di lancio, una palestra per diventare campioni e spiccare il volo verso obiettivi più ambiziosi e vincere trofei. Caro presidente, lei si presentò al pubblico napoletano come persona ambiziosa e di successo, che nel mondo del cinema aveva raggiunto grossi traguardi con il lavoro e la programmazione. Ricordiamo tutti il suo invito ad avere pazienza, per programmare la rinascita, senza fare ‘ammuina‘. Benissimo, abbiamo atteso e abbiamo sempre sostenuto il Napoli, anche nei momenti meno fortunati. Probabilmente, abbiamo frainteso il suo significato di successo che, evidentemente, stride con quello dei tifosi. Mentre per lei il successo è aumentare il valore economico della società per azioni Napoli, per noi tifosi il successo è aggiungere altri trofei nella bacheca della squadra Napoli. Noi non abbiamo già vinto, o meglio lo abbiamo fatto nella stessa misura in cui lei ha vinto salvandoci dalla merda in cui ci eravamo ritrovati. Alla luce delle sue dichiarazioni e della vicenda Higuaìn, credo sia giunto il momento di gettare la maschera e dire le cose come stanno perchè ai tifosi si può far digerire tutto, tranne le bugie che, come è noto, hanno le gambe corte. In altri termini, ci dica se ambisce a diventare il presidente del terzo scudetto oppure il patron di una squadra che si barcamena tra il secondo ed il quinto posto, giusto per inanellare partecipazioni alle coppe europee, buone solo per fare cassa. Trent’anni fa, il più grande calciatore di tutti i tempi, al secolo Diego Armando Maradona, chiese alla proprietà dell’epoca (l’ingegner Corrado Ferlaino) di costruire una squadra che fosse in grado di vincere, scucendo il tricolore dalla maglie senza colore della odiata Juve. Lo stesso D10S scenderebbe di nuovo in campo per andare a caccia della vecchia signora, con la fame di vittorie e gli occhi della tigre. Con tempi e modi diversi, la stessa richiesta le è stata fatta da Gonzalo Higuaìn che, proprio come la tifoseria napoletana, non ha gradito le promesse disattese ed ha levato il disturbo, andando a fare felice altri tifosi. A noi, oltre alla grandissima amarezza per un’estate che ci aspettavamo di tutt’altro tipo, resta il rammarico per la consapevolezza che mai vinceremo il terzo scudetto…perchè in fondo è già tanto quello che abbiamo avuto…ed abbiamo già vinto. Così come passano i calciatori e gli allenatori, passeranno anche i presidenti e per noi tifosi conterà sempre e solo la maglia. Avanti Napoli…Avanti!!!
Riccardo Muni
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