E’ l’attaccante del momento, il bomber che potrebbe far dimenticare Higuain. Mauro Icardi oggi è una delle maggiori realtà del nostro campionato, non era altrettanto nel momento del suo arrivo alla Samp. Giovane, ex Barcellona e con una credibilità calcistica ancora da costruire. Ecco come se ne parlava nel 2013:
Se avesse potuto scrivere l’incipit della sua carriera, probabilmente l’avrebbe scritto proprio così. Una valanga di gol, le giovanili alla Masia e l’Oscar come miglior attore protagonista nei successi cinematografici “Il Signore del Derby” ed “Epifania in casa Juventus”. Chaplin diceva che non bisogna mai aver paura di uno scontro. Anche quando i pianeti collidono, dal caos nasce una stella. Beh, allora, i tifosi, accorsi allo Juventus Stadium, sono stati spettatori involontari di uno spettacolo cosmico. Il no della dirigenza blucerchiata ha impedito al giovane argentino di prender parte al Sub20, la rottura tra club e calciatore sembrava dietro l’angolo e molti team di Serie A erano pronti a portarselo a casa. Ma, come ogni film che si rispetti, arriva il colpo di scena che spariglia le carte in tavola e riscrive il copione di un finale che sembrava già scritto. Maurito non lascia ma raddoppia, due tiri nello specchio della porta, due gol, 100% bomber. Lui che i gol li ha sempre fatti. Inizia a calcare i campetti di provincia alla tenera età di 5 anni, poi si trasferisce alle Canarie ed indossa la maglia del Vecindario. Il primo settembre del 2008 diventa il baby bomber del Barça, 38 gol, coppe alzate al cielo e l’incontro con Lionel Messi. I paragoni con la Pulce si fanno sempre più insistenti ma il puntero argentino ci ride su e continua per la sua strada. E’ tempo di dire adios Barça, benvenuta Samp. Il primo anno in blucerchiato è già storia, 19 gol in 23 presenze con la maglia della Primavera, titolo di capocannoniere in bacheca ma obiettivo Final Eight fallito. L’esordio tra i grandi è il trailer del film che verrà, gli bastano 15 minuti per battere la Juve Stabia e riprogrammare il TomTom, destinazione play – off. Gioca bene di sponda, regge meravigliosamente lo scontro fisico, è esplosivo e sfrontato. Ha senso del gol, tocco di palla delizioso ed è ben strutturato fisicamente. Fa molto movimento, partecipa attivamente alla costruzione della manovra e cerca spesso il dialogo. Scatta spesso in profondità sul filo del fuorigioco, gioca al servizio della squadra ed ha un destro notevole. Col suo gioco favorisce l’inserimento dei compagni e permette di guadagnare campo. Deve evitare qualche giocata fatta con troppa sufficienza ed acquisire reattività, specialmente sulle seconde palle. Il tempo è un gran maestro: trova sempre il finale migliore. Anche questo diceva Charlot. Ciak, si gira. “Gol machine” prossimamente al cinema.
Francesca Flavio (tratto da GenerazioneDiTalenti.it)