L’esperto giornalista ha analizzato, in nostra compagnia, reparto per reparto, lo sviluppo del nuovo Napoli 2016/2017. Questo quanto emerso:
Dopo il grande addio del Pipita, secondo te è più giusto continuare sulla falsariga di un centravanti 9 e mezzo o cambiare il tipo di bomber?
“Bisogna vedere, bisogna trovare uno che segni molti gol. Questa mi sembra una banalità, al tempo stesso ovvia e giusta. E’ difficile trovare, come dicevi, il giocatore che fa entrambe le cose. Però il Napoli ha tanti modi per arrivare a concludere e ad essere pericoloso. L’anno scorso quando è stato impiegato Gabbiadini, ovvero un attaccante che non partecipa molto alla manovra, gli azzurri hanno costruito ugualmente delle palle gol. Da questo punto di vista perdiamo qualcosa nella prestazione individuale del centravanti, ma nel gioco collettivo non è detto altrettanto”.
Sempre sul mercato. Si cercano giocatori alla Klaassen, alla Milik. Poi perché arrivano i Tonelli, i Giaccherini?
“Non so quali difficoltà abbia presentato il mercato estero. Può darsi che sia un caso così come che ci sia un unico motivo, o che ogni vicenda abbia una storia a sé. Klaassen non si è mosso dall’Ajax alla fine, quindi parliamo di una vicenda a parte. Milik, si dice, potrebbe arrivare ancora mentre altri hanno preferito non farlo e andare altrove come Vrsaljko, visto che ha ricevuto un’offerta più importante. Ripeto, non so se ci sia un comun denominatore tra tutti questi “no”, ci sono e bisogna affrontarli. Paradossalmente è positivo che siano arrivati perché il Napoli, facendo questi acquisti, sarebbe andato a occupare tutte le caselle senza sapere di avere 90 milioni tra le mani. Ora si possono andare a cercare giocatori addirittura migliori di quelli. E’ una novità, per la società, avere questi soldi a disposizione visto che fino a 3 giorni fa la società era sicura che restasse Higuain. In questo momento si deve quasi pianificare un mercato nuovo: il tempo è poco ma c’è”.
Un mercato nuovo che parte da Sportiello, anche se in rosa si ha già un portiere come Rafael. Perché il brasiliano non ha sfondato con la maglia napoletana?
“Perché, nel calcio, soprattutto nel ruolo del portiere, l’aspetto psicologico è fondamentale. Il ragazzo oramai è condizionato da alcune cose che non sono andate bene due anni fa, l’anno scorso praticamente è rimasto a guardare. E’ difficile riproporre Rafael a Napoli, mi dispiace perché anch’io credo che il brasiliano sia valido però non credo che ci siano i presupposti. Quindi mi sembra giusto puntare su Sportiello, che è giovane e può essere il numero 1 del futuro”.
In difesa è arrivato Tonelli, difensore più aggressivo che longilineo e di struttura rispetto ai vari Koulibaly, Chiriches e Albiol. Questa scelta dipende dal voler avere più varietà nel ruolo?
“Sì, hai detto bene sulle caratteristiche diverse. Aggiungerei che Tonelli, come diceva anche Sarri, deve migliorare in fase d’impostazione perché rispetto agli altri, ad Albiol soprattutto, ha un piede meno educato. I difensori del Napoli fanno i difensori ma sono anche i primi registi, la squadra di Sarri fa girare la palla partendo dalla difesa. Quindi Tonelli deve crescere dal punto di vista del palleggio, poi la sua forza fisica e la sua determinazione possono tornare utili”.
Abbiamo esplorato tutti i reparti, manca soltanto quello di centrocampo. In partenza si pensava a Grassi come vice Hamsik, però l’ex Atalanta non ha la corsa in profondità e la visione periferica del Capitano. Ora Sarri lo sposterà a destra come alternativa ad Allan, con David Lopez in uscita?
“Penso di sì. Bisogna vedere chi saranno gli altri due. Uno o due. Se arriverà un regista e un’altra mezz’ala, allora è probabile che sia riportato nel ruolo che ricopriva a Bergamo. Può soltanto crescere perché è un centrocampista con grandi potenzialità”.
A cura di Francesca Flavio