Higuain alla Juve. Ciao Pipita. Ricco fra i ricchi, vecchiaia assicurata. Come ti capisco. E capisco anche De Laurentiis. Ha fatto quel che poteva. Ha chiesto il massimo, anzi il massimissimo, – come diceva Massimino – e gliel’hanno dato. Anche il Napoli è ricco, adesso, ricchissimo, e forse ha la vecchiaia assicurata; però temo per il (povero) presente: con Bacca (faccio l’ultimo nome sentito) non si vince; o meglio – come dicono i precisini – non si va neppure in Champions, lo affermo a prova di (augurabile) errore. Dice: ma pensa alla Juve coraggiosa che si libera di Pogba! Mi alzo in piedi, accenno alla Marsigliese, allonsanfan, ma subito preciso, tanto per esser chiaro: non c’è confronto. Pogba è reduce da un Europeo fallito, così come fallì il Mondiale in Brasile, forse è bellissimo (sottoscrivo) perché sul piano tecnico/estetico in questo campionato pressoché privo di Grandi Firme non ha rivali: lo vidi nascere una notte in cui castigò il Napoli di Mazzarri e mai più lo dimenticai. Ma vuoi mettere Higuain? Per quanti anni dovremo ricordare e citare i suoi trentasei meravigliosi gol? Avevo vent’anni quando Antonio Valentin Angelillo – che poi ebbi amico – segnò i mitici trentatrè gol in maglia nerazzurra che più tardi, divenuto giornalista sportivo, ricordai stagione dopo stagione, campionato dopo campionato, sempre cercando qualcuno che battesse quel record. Inutilmente. Prima di Higuain: 1959-2015, ci son voluti 56 anni, son passati da quelle parti talenti d’ogni genere, Sivori, Charles, Altafini, Nielsen, Manfredini, Mazzola, Bettega, Anastasi, Prati, Bonisegna, Pulici, Rossi, Savoldi – dico bomber alla rinfusa – e i bomber vogliono dire gol. la sostanza del calcio. Higuain alla Juve con Pianic, Piaça, Alves e quel che già c’era fanno immaginare il sesto scudetto consecutivo, ma soprattutto la Champions, che se non la vincesse sarebbe un fallimento. Da quelle parti. Sempre che non ceda Bonucci. Primo non prenderle, come insegnarono anche gli Inglesi (safety first) e infatti lì lo vogliono Guardiola e Mourinho, nella ridente (?) Manchester. Ma basta divagare: mi prendo tempo per capire cosa potrà fare il Napoli orfano del Pipita. Mentre a Dimaro il popolo azzurro canta “De Laurentiis caccia i soldi!”, voglio vedere come ADL spenderà quel gruzzolo, almeno in parte, e cosa gli verrà in mente, ai suoi maghi di mercato, per rendere il Napoli di Sarri almeno secondo. Povero Sarri: lui gli fece da padre, al Pipita, per maggior gloria propria. E di Allegri. Ma per favore, non date del traditore a Higuain, e neanche del “core ‘ngrato” come avete fatto con Altafini. Non se l’è andata a cercare, la Juve, gliel’ha data il destino. Quella valutazione che sembrava esagerata, 94,7 milioni, 183 miliardi delle vecchie lire, non era dunque un’assicurazione per l’eterna napoletanità. Anzi, quando la gente ha cominciato a dire “traditore” ho capito che chi lo voleva vendere aveva raggiunto il suo scopo. Come insegnava Allodi: “Se non sai come liberarti del tuo giocatore più amato e prezioso cerca di renderlo impopolare”. Le bugie e i creduloni fanno mercato.
Italo Cucci su Il Roma